Bruxelles – “Per il momento sono bloccato in ufficio e la paura e tanta, ma per fortuna sono abbastanza lontano dalla zona attaccata”. È il racconto di Andrea, 30enne fanese che assieme alla moglie e ai 2 figli vive e lavora a Bruxelles e che questa mattina come tutti gli altri cittadini della città europea è stato sconvolto dall’attacco terroristico. Le prime esplosioni si sono verificate alle 8 e hanno colpito l’aeroporto internazionale di Zaventem dove, secondo un primo bilancio, ci sarebbero stati 11 morti e 25 feriti. La seconda esplosione si è avvertita intorno alle 9.30 ed ha colpito la stazione della metropolitana di Maelbeek a due passi dalle istituzioni europee. “Il mio ufficio – racconta Andrea raggiunto telefonicamente dalla nostra redazione, appena dopo il primo attacco all’aeroporto – dove mi trovo tutt’ora con i miei colleghi è a Woluwe Saint Pierre, abbastanza lontano dalla zona attaccata, io ho appreso la notizia dalla radio, ogni 2 minuti passa la polizia a sirene spiegate. Pensare che spesso utilizzo quell’aeroporto per viaggiare mi fa gelare il sangue”. Neanche il tempo di finire la frase, un attimo di silenzio e uno scambio di battute preoccupate in francese con un collega e la notizia della seconda bomba alla metro: “Hanno appena attaccato la metro, la stanno evacuando, adesso devo lasciarti, esco dall’ufficio e vado a prendere i miei figli e mia moglie e li porto a casa”. Dopo qualche minuto ed una serie di telefonate il 30enne fanese ci informa che la famiglia sta bene ed è al sicuro ma lui non può ancora lasciare l’ufficio: “Ci hanno detto che è meglio se non ci muoviamo da qui, ma per fortuna la mia famiglia sta bene e quindi sono più tranquillo. Spero che questa giornata finisca presto. Il prossimo mese tornerò in Italia e penso che questa volta ci starò per molto tempo”.