Fano (PU) – Il virus non si ferma. Il 2020 si chiude con un bilancio drammatico per il nostro sistema produttivo colpito dal Covid. Quasi mezzo milione tra imprese e lavoratori autonomi potrebbero chiudere l’attività
La vaccinazione su larga scala sarà sicuramente l’arma più efficace ma purtroppo questo richiederà ancora mesi di sacrifici. Dando per scontata la priorità all’emergenza sanitaria e la salvaguardia della salute, come Associazione dobbiamo però pensare a far sì che questa emergenza non significhi la “morte” delle nostre imprese.
Nell’immediato sarebbe fondamentale che la Regione si batta affinché il nostro territorio rimanga classificato come zona gialla e per questo assicuriamo tutto il nostro appoggio ai delegati istituzionali del territorio perché rappresentino al meglio le nostre istanze.
Allo stesso tempo non possiamo non riscontrare e far notare delle importanti note negative che derivano, una dalla disparità di trattamento chiuso/aperto tra attività che svolgono lo stesso lavoro ma magari in luoghi diversi come il caso dei negozi nei Centri Commerciali (mentre i supermercati all’interno rimangono aperti) e l’altro – che crea forti malumori – perché se da un lato la stragrande maggioranza delle attività opera nel pieno rispetto delle regole, dall’altra vediamo che pochi “furbetti” non controllati rischiano di vanificare gli sforzi di tanti.
Detto questo, oltre all’indispensabile vaccino sanitario, riteniamo siano necessari provvedimenti per rimettere in modo l’economia del nostro Paese. Pochi provvedimenti ma importanti, da fare subito, in modo tale che gli imprenditori non si sentano ulteriormente abbandonati.
1) Sanatoria delle imposte e tasse relative agli anni 2020 e 2021;
2) Ristori economici veri e immediati che tengano conto della necessità di pagare Affitti, dipendenti, utenze e diano la possibilità di vivere alle famiglie degli imprenditori;
3) necessarie linee di credito agevolato da parte degli istituti di credito per tutte le aziende (anche quelle in difficoltà).
Abbiamo già detto dei rischi che si corrono a prolungare questo stillicidio di provvedimenti che mettono in serio pericolo quella “pace sociale” e quella unità di intenti da tutti invocata.
Come Confcommercio è questo il nostro impegno verso il Governo. Se le nostre Aziende – che ricordiamo sono sfinite economicamente e moralmente – saranno ancora disponibili a rimanere chiuse, questo è possibile solo in presenza di interventi forti e risolutori. Non ci sono alternative.