Fano (PU) – Mozione e urgenza sono due delle parole che in questi giorni si ripetono di più parlando di digestore. Nell’ultimo consiglio comunale è stata approvata la mozione “urgente” del centrosinistra che incarica di realizzare gli studi di fattibilità sui siti di Bellocchi, Falcineto e Monteschiantello per verificare la migliore soluzione per la realizzazione di un impianto di digestione anaerobica.
A questo, ha fatto seguito ora un’altra mozione, “urgente” della Lega che chiede ulteriori verifiche. “Una mozione pretestuosa e soprattutto priva di carattere di urgenza – scrive oggi la lista civica InComune – perché non si basa su nessun elemento di novità rispetto alla discussione svoltasi nell’ultimo Consiglio comunale, assumendo un valore esclusivamente ostruzionistico. Servono dati scientifici e certezze tecniche perché questa scelta, strategica per le politiche ambientali di Fano e per il futuro dell’azienda pubblica, possa essere una scelta consapevole tanto per la politica quanto per la comunità.Non è compito della politica fare valutazioni tecniche e giuridiche, alla politica spetta semmai il compito di scegliere tra più opzioni avvalendosi di quelle valutazioni”.
Secondo InComune, quanto sostenuto dalla Lega sui fatti avvenuti in consiglio nell’ultima seduta non corrisponde al vero: “Le osservazioni avanzate da Noi Città durante la discussione della mozione del centrosinistra (distanza minima dal centro abitato, ndr), prima firmataria la consigliera Carla Luzi, non sono state allegate alla mozione votata dal consiglio comunale, ma depositate come memoria scritta allegata al verbale della discussione. Non solo: la Corte Costituzionale, con sentenza 69/2018, ha escluso che le Regioni possano fissare le distanze da tali impianti per cui occorre una valutazione puntuale e specifica caso per caso. E’ evidente – conclude la nota – che l’unica vera urgenza è avere degli studi di fattibilità, altrimenti continueremo un dibattitto strumentale inquinato da propaganda, paura e disinformazione. Chi cerca di ritardare la realizzazione degli studi di fattibilità non vuole né dati scientifici né certezze tecniche, ma soprattutto non vuole che la politica finalmente sia messa nelle condizioni di scegliere assumendosi le proprie responsabilità”.