Milano – Questo è un viaggio iniziato nel 2018 da una stazione ferroviaria di Roma, proprio a sottolineare tutto il percorso ancora da fare sul binario dell’inclusione, dell’integrazione, dei diritti per le persone disabili. Poi lo stop per la pandemia e oggi il ritorno in presenza, finalmente. È di nuovo Festival della Cultura Paralimpica, questa volta a Milano per la terza edizione dopo la Capitale e Padova: da mercoledì 12 a venerdì 14 ottobre dibattiti, incontri, mostre, ospiti e presentazioni di libri con un unico denominatore comune, l’inclusione. Un’iniziativa cui “diamo grande importanza”, spiega il presidente del Comitato Italiano Paralimpico, Luca Pancalli, che sottolinea come questo mondo “non deve essere soltanto capace di emozionare grazie ai nostri meravigliosi atleti ma deve contaminare la società civile, garantendo una percezione diversa della disabilità, aiutando il Paese a crescere e diventare più equo e solidale”.
Il Festival quest’anno ha scelto due location nella città che sarà protagonista (insieme a Cortina) tra meno di quattro anni con i Giochi Olimpici e Paralimpici del 2026. Presentazione in scena al 47esimo piano della Torre Allianz, dove il futuro è già oggi, il resto del programma alla Fabbrica del Vapore. Dopo la metafora del viaggio, ecco quella della costruzione. “Milano l’abbiamo scelta proprio per sottolineare l’importanza dei Giochi – conferma Pancalli – nel mondo paralimpico significa organizzare sì il grande evento agonistico, ma soprattutto il futuro: bisogna lasciare un’eredità tangibile e quella intangibile in particolare, ovvero quella culturale partendo magari da scuole e volontariato. Milano-Cortina 2026 può essere la scintilla di un percorso iniziato tanti anni fa e mi auguro che da qui nasca la consapevolezza in termini di politica sportiva di quanto dobbiamo ancora fare per essere pronti“.
Mettendo magari da parte la retorica. “Ce n’è tanta, sì. Sono da 42 anni su una sedia a rotelle e gli argomenti sono sempre gli stessi“, dice Pancalli. “Molte cose sono sicuramente cambiate in meglio ma c’è sicuramente tanto da fare ancora, e la colpa forse è stata aver racchiuso il tema dell’inclusione nel tema del politicamente corretto. Ecco, il Festival serve a questo: a fare integrazione reale, con lo sport strumento principale”.
Enti e istituzioni, intanto, hanno fatto squadra. A indossare la stessa ‘divisa’ del Comitato Paralimpico c’erano tra gli altri anche il Coni con il presidente Giovanni Malagò, Sport e Salute con il suo numero uno, Vito Cozzoli, le istituzioni locali con il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, e l’assessore comunale allo Sport, Martina Riva. Il fronte è comune.