Roma – I leader dell’Unione europea sono riuniti oggi a Bruxelles per il vertice di fine anno con una decisione cruciale sul tavolo: utilizzare i beni russi congelati per rafforzare la difesa dell’Ucraina nella guerra contro la Russia. E subito il premier polacco Donald Tusk regala il titolo che introduce una giornata ferale: “La scelta è semplice: o soldi oggi, o sangue domani”, estendendo il ragionamento alla sicurezza dell’intera Europa.
Il confronto arriva in un momento delicato. Il conflitto si avvicina al quarto anno e l’UE è chiamata a rafforzare il sostegno a Kiev mentre Donald Trump spinge apertamente per un accordo rapido che metta fine ai combattimenti. Secondo le stime di Bruxelles, l’Ucraina avrà bisogno di altri 135 miliardi di euro nei prossimi due anni per evitare una crisi finanziaria, con una carenza di liquidità prevista già a partire da aprile. Per colmare il divario, la Commissione europea ha proposto di attingere a circa 210 miliardi di euro di asset della banca centrale russa attualmente congelati nell’Unione. Una scelta che divide profondamente i Ventisette. Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha definito il piano essenziale per aumentare la pressione su Vladimir Putin e inviare “un segnale chiaro alla Russia”.
Sul fronte opposto, il Belgio – dove ha sede Euroclear, l’istituto che custodisce la maggior parte degli asset russi congelati – guida il gruppo dei Paesi scettici, sollevando dubbi sui rischi legali dell’operazione. Perplessità sono state espresse anche da Bulgaria, Repubblica Ceca, Malta e Slovacchia. E Italia.
Dal punto di vista procedurale, un voto a maggioranza qualificata potrebbe essere sufficiente a far passare la proposta, ma le resistenze politiche rischiano di rendere il passaggio estremamente delicato. L’alternativa, ossia fare ricorso a nuovo debito comune dell’UE, richiederebbe l’unanimità e sarebbe quasi certamente bloccata dall’Ungheria, che si oppone a ulteriori aiuti a Kiev.
I funzionari europei avvertono che i colloqui proseguiranno finché non emergerà un accordo, ad oltranza. Sottolineando che in gioco non ci sono solo la tenuta dell’Ucraina, ma anche la credibilità dell’Unione. La presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha dichiarato di non essere intenzionata a lasciare Bruxelles senza un’intesa. Più scettico il primo ministro slovacco Robert Fico, che ha ironizzato sulla possibilità di essere trattenuto fino al nuovo anno, ribadendo la sua contrarietà. Al vertice parteciperà anche il presidente ucraino Zelensky, deciso a giocare l’ultima carta diplomatica per convincere i governi più riluttanti a sbloccare i fondi.