
DIRE – “Modesto e ottimista”, la stampa incorona “El Rey” Alcaraz trionfa a Wimbledon”
- 17 Luglio 2023
Roma – El Rey, lo spagnolo. The King, a Wimbledon. Il nuovo re del tennis per tutti i giornali del mondo. Carlos Alcaraz già regna, non solo per il passaggio di stato – quasi chimico – da sfidante a dominante, ma anche per quell’aura che gli riconoscono un po’ tutti: il campione amabile, nobile, gentile e modesto. Che batte il più forte di tutti, Nole Djokovic che ancora – a 36 anni – se la prende coi sacri paletti del Centre Court mentre l’altro si affaccia alla rete per accertarsi che non si sia fatto male.
ALCARAZ TRIONFA A WIMBLEDON, LE PRIME PAGINE DEI GIORNALI INTERNAZIONALI
Le prime pagine dei media internazionali sono piene del “cambio della guardia”. Il solo Paìs gli dedica, a contorno di varie pagine di cronaca e interviste, ben tre editoriali. Per il Mundo è “il campione dell’ottimismo di cui noi spagnoli abbiamo tanto bisogno“. “Il motivo – scrive Orfeo Suarez – è la sua autostima alle stelle, il suo ottimismo unico in un Paese spesso tremendo e sofferente, capace di credersi migliore grazie allo sport, e non è la prima volta”. “La fede nell’ottimismo lo ha tirato fuori dalla fossa. Prendiamone atto, noi spagnoli, ora che la campagna elettorale non fa altro che tirare fuori le nostre miserie da quel pozzo”.
Fa il paio con il commento di Alex Martinez Roig, sul Paìs: “Carlos Alcaraz è un supereroe in carne e ossa. Quello che ha realizzato ieri è enorme, tremendo, unico”. “Noi spagnoli (e in questo, ricordiamolo, siamo dei privilegiati) stiamo cambiando pelle. Dall’epopea longanime e strenuamente combattuta di Rafael Nadal, all’audacia disinibita di Carlos Alcaraz. È in corso una transizione accelerata, perché Nadal c’è ancora, ha ancora voglia di lottare, ma l’enorme talento di Alcaraz non capisce scadenze o staffette. Gioca oggi, gioca adesso e non ha paura del compito. È un ragazzo senza freni, l’alfiere di quella Fearless Generation che sta per prendere il sopravvento”.
“La cosa straordinaria è che Carlos Alcaraz era consapevole di quello che stava facendo. La sua esibizione di colpi straordinariamente diversi, la sua energia infinita, il suo dinamismo in campo, si combinano con un’intelligenza emotiva molto speciale. La lezione è stata appresa da Alcaraz a Parigi, quando ha avuto una crisi di nervi contro Djokovic e i crampi lo hanno dominato. Ieri non solo non è crollato, ma è cresciuto e si è divertito nel territorio in cui Djokovic e i più grandi non hanno pietà“.
Per Manuel Jabois, sempre sul Paìs, “il giovane sapeva di essere giovane e di essere diabolico. Colpiva e colpiva e colpiva, metteva all’angolo le palle, tagliava la palla al limite per mettere Djokovic direttamente in squat, faceva drop shot e pallonetti, e il tennista serbo sopportava tutto, tutto, tutto, aspettando che Alcaraz rallentasse e gli desse tregua”.
Lo scrittore si chiede: “Come potevano tali forze della natura non arrivare al quinto set, assestando un titolo impressionante come questo, in una cornice barbarica, con Brad Pitt in tribuna che manda al vento la dieta da sex-symbol mangiando patatine fritte come a dire ‘a fanculo tutto, cosa stanno vedendo questi grandi occhi?’”.
A tirare le somme, il Telegraph lo definisce “un momento epocale” del tennis. Per la prima volta dal 2002, Wimbledon non è nelle mani di Djokovic, Federer, Nadal o Murray. “Il tennis maschile è diventato così sbilenco che fino a questa prestazione di bravura di Alcaraz, 61 major su 72 erano stati vinti da soli tre giocatori. Le aure di Federer, Nadal e Djokovic sono state così travolgenti che, in modo piuttosto ridicolo, Alcaraz non è solo il primo uomo nato in questo secolo a vincere Wimbledon, ma il primo nato dal 1987. Gli Open di Francia e Australia stanno ancora aspettando un campione under l’età di 36 anni. Non è esagerato affermare che fino all’arrivo di Alcaraz il tennis aveva saltato un’intera generazione”.
Secondo Oliver Brown quello di Alcaraz sarà il nuovo brand del tennis per molti anni a venire, tale è il suo fascino, tradisce a malapena un accenno di ingenuità. Laddove combina ingegnosità e potenza rovente nel suo gioco, trasuda modestia e diplomazia ogni volta che ha un microfono in mano”. “Le vesti della nobiltà del tennis riposano facilmente sulle spalle muscolose di Alcaraz”.
“Irradia semplicemente una fiducia commisurata al suo talento ultraterreno. Chi è pronto a sfidarlo nel prossimo decennio? Chi è in grado di emulare la sua versatilità su tutte le superfici? Per ora, questi dibattiti possono aspettare. Basti dire che lo sport ha finalmente portato alla luce qualcuno che rifiuta di farsi intimidire dai grandi tra cui cammina. È una scoperta impagabile”. “Questo è il mondo di Alcaraz ora”.