Roma – La natalità è un “tema cruciale per il nostro Paese”. Lo sottolinea il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un messaggio inviato agli Stati generali della natalità. “La nascita di un figlio è segnale di speranza e di continuità della comunità”, aggiunge. “La struttura demografica italiana manifesta uno squilibrio che deve richiamare l’attenzione. Alle istituzioni compete la responsabilità di attuare politiche attive che permettano alle giovani coppie di realizzare il loro progetto di vita, superando le difficoltà di carattere materiale e di accesso ai servizi che rendono ardua la strada della genitorialità– spiega Mattarella-. Il tema interpella in particolare i giovani, costretti sovente a rimandare il proposito di formare una famiglia in attesa di ‘tempi migliori’, posticipando l’esperienza della genitorialità fino, a volte, alla definitiva rinuncia”, aggiunge.
“Dati alla mano vediamo l’impatto del calo demografico sull’istruzione: fra 10 anni, dagli odierni 7,4 milioni di studenti, si scenderà nel 2033 a poco più di sei milioni, con un calo di 100 mila ragazzi
ogni anno”. Lo dice il ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, intervenendo agli Stati generali della natalità. “L’effetto dell’andamento demografico nei prossimi 10 anni- sottolinea- si sentirà di più nella scuola secondaria di secondo grado, dove potremmo perdere circa 500 mila studenti, nella scuola secondaria di primo grado il calo sarà di quasi 300 mila alunni, nella scuola primaria di circa 400 mila scolari, e nella scuola dell’infanzia, se si mantiene questa tendenza, il calo previsto è di oltre 156 mila bambini”. Non solo: se continuerà il calo delle nascite “l’organico docente, che è una variabile dipendente degli studenti, rischierebbe di passare dalle attuali oltre 684 mila cattedre a circa 558mila nel 2033/34. Una riduzione di 10-12 mila posti di lavoro ogni anno”.