

Roma – Il polacco Andrzej Bargiel ha completato la prima discesa completa con gli sci degli 8.848 metri del Monte Everest senza l’uso di bombole di ossigeno. Lo ha annunciato il suo sponsor, Red Bull. Il 37enne aveva già raggiunto la vetta lunedì, ha poi sciato lungo il versante sud della montagna più alta del mondo fino al Campo 2, dove ha trascorso la notte. La mattina successiva, in parte assistito da un drone pilotato dal fratello Bartek, è riuscito ad aprirsi un varco attraverso l’impervia cascata di ghiaccio del Khumbu ed è arrivato sano e salvo al campo base.
A impresa conclusa Bargiel ha detto che le condizioni di salita erano difficili, come poche altre spedizioni avevano affrontato. Ha dovuto dividere la discesa in due tappe perché la cascata di ghiaccio del Khumbu offriva condizioni relativamente sicure solo al mattino: “Raggiungere la vetta è stato arduo e difficile. Non ho mai trascorso così tanto tempo a un’altitudine così elevata in vita mia; solo questo è stato una sfida“. A livello della vetta dell’Everest, il corpo ha a disposizione solo circa un terzo dell’ossigeno rispetto al livello del mare.
Nel 2018, Bargiel era già diventato il primo uomo a sciare giù per la seconda montagna più alta del mondo, il K2, alto 8.611 metri, in Pakistan. Dopo due tentativi falliti sull’Everest nel 2019 e nel 2022, è riuscito al terzo tentativo. “Sciare giù per l’Everest senza bombole di ossigeno era un sogno che coltivavo da anni”.
La prima discesa completa con gli sci della parete sud dell’Everest era stata effettuata dallo sloveno Davo Karnicar nel 2000, ma per una parte della salita aveva utilizzato bombole di ossigeno.