FANO – “Linea dismessa da anni, non più ferrovia ma solo un bene immobile che la proprietà (RFI) avrebbe già venduto in tanti pezzi se non fosse intervenuta la Regione”. Si torna a parlare dell’ex tratta ferroviaria Fano-Urbino e del suo utilizzo, a farlo è Enrico Tosi, da sempre pioniere della mobilità sostenibile. “Un treno solo turistico – evidenzia Tosi – riutilizzerebbe lo stesso percorso, a condizione che la linea venga ricostruita completamente e gestita da qualche privato. Treno che farebbe solo alcune corse l’anno, a velocità bassissima, nel rispetto delle rigide norme dell’Agenzia per la sicurezza ferroviaria.
Una metropolitana veloce non potrebbe usare l’attuale sedime ai cui margini sorgono molte abitazioni, spesso ampliate grazie al famoso ‘Piano case’; quindi, dovrebbe trovare un’altra sede, avere enormi finanziamenti e un bacino di utenza molto più grande, collegarsi magari con Toscana e Umbria, risolvere problemi urbanistici, entrare in concorrenza con una capillare rete di bus, ecc”. Per questo – sottolinea Tosi – lungo i binari è auspicabile una pista ciclopedonale, in parte già finanziata, che non pregiudica alcuna opzione futura, riqualifica aree fatiscenti, rivaluta gli immobili circostanti, attira turismo, ed è indispensabile per la mobilità quotidiana”.
No al ripristino della ferrovia dunque, ma via libera alla pista ciclabile per Tosi, sempre e comunque in un’ottica turistica: “L’Italia centrale – conclude – interessa a milioni di turisti ‘lenti’, soprattutto stranieri che a breve pedaleranno sulla ciclovia adriatica lanciata nel 2016 dalla FIAB nelle regioni interessate. Tutti sanno che questa pista va fatta perché rilancerà il territorio e sarà in grado di contrastare il vero isolamento dell’entroterra”.