Fano (PU) – Era armato di 5 tra coltelli a serramanico e pugnali e di un tirapugni. Due li aveva nascosti nelle tasche dei pantaloni “cargo” insieme al tirapugni d’acciaio, due negli anfibi militari che indossava, uno dietro la schiena. Sembrava Rambo. Diceva di “voler combattere l’Isis“. Non si era presentato all’accertamento sanitario previsto dal suo medico di base. E’ stato allora che è scattata l’ordinanza del sindaco che ha dato il via al procedimento rocambolesco per un Tso eseguito dalla polizia municipale di Fano.
E’ successo nel pomeriggio di mercoledì 26 agosto. Intorno alle 16.30 una pattuglia dei vigili urbani, composta da 3 agenti e coordinata dal vice comandante Anna Rita Montagna, ha trovato l’uomo, un fanese di 56 anni alto 1,85 metri, corpulento, vicino alla stazione del treno. Lo ha pedinato, aspettando che si avvicinasse alla sua abitazione. Lì, dopo aver chiamato i rinforzi, altri 3 vigili, i più muscolosi, e due carabinieri, lo ha avvicinato.
I vigili hanno cercato di parlargli e di convincerlo a presentarsi alla visita. Insieme sono entrati in casa. A quel punto gli agenti sono entrati in azione e, nonostante le resistenze dell’uomo, a bloccarlo prima che il 56enne riuscisse ad estrarre le armi (con lame da 7 o 15 centimetri) che aveva addosso.
Un intervento lungo, delicato e pericoloso. L’uomo, che vive con il fratello, aveva già subito Tso in passato ed aveva dimostrato in altre occasioni la sua aggressività.