Mombaroccio (PU) – Fusione di Mombaroccio con Pesaro, la Cisl interviene sottolineando che “è necessaria la partecipazione di residenti e realtà associative”.
“Il dibattito suscitato in questi giorni – dicono dalla Cisl di Pesaro, Fano e Urbino e della FP CISL – dal progetto di fusione del comune di Mombaroccio con Pesaro, solleva in realtà un problema molto più complesso, ampio e delicato. Infatti si tratta non solo di capire quali vantaggi porterà agli abitanti del comune più piccolo ma di ragionare sull’assetto istituzionale e sociale ci sarà nel territorio della nostra provincia con comuni che hanno una media di abitanti molto bassa”.
“Considerata la dimensione abitativa dei nostri comuni, il taglio dei trasferimenti agli enti locali, la consolidata gestione associata dei servizi sociali tramite gli ATS (sicuramente in futuro avranno un ruolo sempre più incisivo considerato anche i compiti affidati loro dalla legge regionale n 32 ), la possibilità di sbloccare il vincolo del patto di stabilità finalizzando tali risorse allo sviluppo del territorio, è assolutamente necessario intraprendere nel nostro territorio con gli EE LL un confronto costruttivo e responsabile sulle modalità e sui criteri dei processi di fusione tra i comuni”.
“E’ evidente che occorre valutare e rispettare la omogeneità territoriale, le caratteristiche orografiche e le peculiarità sociali ed economiche. In questa decisiva rivisitazione dell’assetto locale dei nostri comuni la Cisl chiede che il processo avvenga tramite la partecipazione e il coinvolgimento delle popolazioni interessate, e delle realtà associative del territorio al fine di evitare sterili ed inutili battaglie campanilistiche che non giovano allo sviluppo delle comunità ma creano inutili faziosità e frapposizioni non utili ai percorsi di fusione, peraltro a nostro giudizio non più rinviabili”.
“Altresì non vorremo trovarci di fronte a parziali processi di fusione come quello di Pesaro con Mombaroccio ( gli altri comuni dell’Unione?) come quello che sta accadendo con alcuni comuni che costituiscono l’unione della val Metauro ( quattro comuni lavorano per la fusione e gli altri comuni che strada scelgono? quella dell’isolamento o magari pensano a fusioni non corrispondenti alle peculiarità sociali e culturali economiche del territorio)”.
“Anche l’Unione Roveresca ( 5464 abitanti quattro comuni; san Giorgio, Piagge, Orciano, Barchi,) che ha avviato intelligentemente avviata e a nostro parere compiutamente realizzata, potrebbe diventare il perno di una fusione che coinvolgerebbe anche comuni limitrofi e territorialmente contigui. Nella Val Metauro e val Cesano sarà interessante capire quale ruolo vogliono giocare i comuni dì Fano (60.000 abitanti) Mondolfo( 14465 abitanti ) Fossombrone (9674 abitanti) e Pergola: avvieranno percorsi di fusioni tesi finallizzati alla creazione di comuni significativamente abitati e olograficamente omogenei?”.
“Anche i comuni della alta val Metauro e del Montefeltro non si possono sottrarre a questa dinamica se vogliono avere le risorse per rafforzare i servizi e per uscire dall’isolamento infrastrutturale e di servizi nei quali si trovano. Il nuovo assetto degli enti locali ( Comuni) dovrà affrontare apertamente e responsabilmente la delicata questione della gestione del personale che riveste un ruolo fondamentale nel processo riorganizzativo”.
“Questi processi così delicati ed impegnativi sia per la comunità civile e sociale che per le ricadute sugli assetti organizzativi del personale necessitano di un ampio coinvolgimento e responsabilizzazione dei soggetti interessati al fine di evitare soluzioni non adeguate al contesto organizzativo del personale e alle esigenze della popolazione. La Cisl di Pesaro Fano Urbino vuole da subito confrontarsi con gli amministratori e le comunità locali su questi processi perché li riteniamo una reale possibilità di sviluppo economico sociale e civile”.