

Saltara (PU) – Domenica 13 novembre gli abitanti di Saltara, Montemaggiore al Metauro e Serrungarina andranno alle urne per stabilire la nascita o meno del nuovo comune Colli del Metauro. Ad intervenire oggi sull’argomento è il consigliere comunale di Saltara, Maurizio Rondina schierato con il fronte del SI.
“Con la nascita di Colli del Metauro – scrive – i cittadini riavrebbero un grande Comune, un nuovo Ente nel pieno delle sue prerogative amministrative mentre lasciando invariata la situazione così com’è andremmo incontro ad aumento di tasse e ad una diminuzione di servizi. Discorso analogo per quanto riguarda la raccolta differenziata. Vincendo il no – prosegue Rondina – tariffe, costi e regolamenti rimarranno sempre diversi in un territorio omogeneo, alla mercé del Gestore esterno dei servizi, visto che un Comune di soli 2.800 abitanti non ha risorse sufficienti per gestirlo in proprio”. A chi sostiene che fusione dei comuni equivalga a perdita d’identità, Rondina risponde “che le identità non risiedono nella macchina amministrativa comunale, sempre più impossibilitata a incidere sul tessuto sociale a causa di leggi che ne mortificano ogni capacità di agire: la salvaguardia e la promozione delle identità di un luogo risiedono nel vigore e nel dinamismo delle Associazioni e dei singoli. Non si può far confusione – precisa Rondina – fra Comune inteso come Amministrazione Pubblica, (questione puramente tecnico-politicoamministrativa) e Comune inteso come fervore e vivacità di una comunità, questione vera e centrale di una identità territoriale”.
C’è poi chi, piuttosto che fondere i comuni, propone un rafforzamento dell’Unione: “L’Unione – incalza Rondina – non ha e non ha mai avuto risorse o personale, c’è troppa contrapposizione al suo interno fra Sindaci partiticamente non omogenei. Non può e non potrà funzionare finché i cittadini dei quattro Comuni non esprimeranno separatamente quattro Sindaci dello stesso partito. Non solo: è necessario che i quattro eletti anche umanamente e caratterialmente vadano d’accordo fra loro come accade in una vera e propria squadra. L’Unione inoltre, al contrario di Colli al Metauro, è il trionfo della burocrazia. Ormai non è più possibile governare un comune con meno di 3.000 abitanti al quale la legge non consente nemmeno di avere i servizi essenziali al proprio interno e che deve delegare a un altro Ente con più di 10.000 abitanti perfino l’acquisto della cancelleria”.
Altra domanda che molti cittadini si fanno è: cambierà il nome delle vie? “Con tutte le opportunità che ci darà il nuovo Comune – spiega Rondina – pensate che a qualcuno dei nuovi Amministratori verrà in mente di intervenire sulla toponomastica e sui cartelli che indicano i nomi delle vie? Credo sia l’ultimo dei pensieri di un Amministratore degno di tale nome. Un nuovo Comune – conclude Rondina – funzionante, nel pieno delle sue prerogative, è giustificato a prescindere, persino senza i benefici delle maggiori entrate. Amministrare per credere”.