Fano (PU) – Oggi inizia Il Paese dei Balocchi e verrà proclamato come sempre il sindaco della manifestazione. Quest’anno la fascia andrà a Sebastiano Nino Fezza, che in 30 anni da cinereporter Rai è passato a collaborare con @uxilia Italia, impegnata nei campi profughi a sviluppare progetti di aiuto ai bambini.
A Frezza si rivolgono quelli del Comitato Tutela Salute e Ambiente Fano con una lettera aperta che ha l’obiettivo di tenere alta l’attenzione sul problema dell’inquinamento di Bellocchi.
“Siamo abitanti del Paese di Bellocchi-Balocchi. Anche noi vorremmo conquistare la ‘felicità’. Sarebbe un nostro diritto attingere a piene mani a questo che viene definito un ‘sentimento puro che sorge spontaneo nei bambini e contagia gli adulti’. Ma può la felicità sorgere dalla ignoranza?
Se così fosse non di felicità si tratterebbe, ma di uno stato più simile all’idiozia”.
“Vede Frezza, nel Paese di Bellocchi-Balocchi insiste una notevole zona industriale. Cresciuta male e gestita peggio, tale zona ospita di tutto: fonderie, lavorazioni di metalli e di plastiche, lavorazioni del legno e dell’abbigliamento, cantieri navali e produzioni di vernici. A completamento un grande centro commerciale ed un albergo”.
“Incapsulate in questo tessuto risiedono le nostre famiglie, tutte residenti in loco prima degli insediamenti industriali. Nel nostro piccolo poco abbiamo da invidiare a Taranto. La felicità, per noi, consisterebbe almeno nel conoscere a quale tipo di emissioni (polveri e metalli, acustiche, odorigine, furani e diossine, inquinamento delle acque e dei terreni) cui siamo soggetti”.
“Non le diciamo molto del valore delle nostre case. Praticamente azzerato (eppure continuiamo a pagare le tasse). Se potessimo vendere e trasferirci altrove lo faremmo volentieri, ma nessuno acquisterebbe le nostre abitazioni. Vede Frezza, se, nelle afose giornate e nottate che si sono susseguite in questa calda estate, Lei fosse venuto, anche un’ora soltanto, presso di noi, avrebbe realizzato immediatamente che la felicità, per noi, è solo una chimera”.
“In compenso abbiamo registrato come siamo amati da politici, ambientalisti ufficiali, ‘tecnici’ pubblici, Comune, Regione, Arpam, Asur, operatori locali del Servizio Sanitario. Tutti vogliono la nostra felicità e concorrono, dietro la solita fraseologia burocratese, a mantenerci nell’ignoranza dei dati, dello stato della nostra salute, del valore dei nostri beni”.
“Eppure chiediamo cose che sono sancite dalla nostra Costituzione e dai trattati europei. Non giungiamo a chiedere il diritto alla felicità, ma, più banalmente, a quello alla sicurezza e alla salute. Ci perdoni Frezza, se l’abbiamo disturbata per informarLa del nostro piccolo angolo maledetto, ma siamo convinti che Lei almeno ci ascolterà. Lei non ha poteri, essendo un sindaco virtuale, ma certamente, anche solo con l’ascolto, farà ben di più del sindaco e degli Amministratori reali che continuano a non rispondere alle nostre richieste”.
“Ma, come in ogni racconto che si rispetti, noi insisteremo e ci sarà pure un giudice a Berlino che prima o poi accoglierà le nostre richieste. Per il momento qualche successo l’abbiamo registrato, ma non ci fermeremo finché non saranno riconosciuti i nostri diritti. Se la felicità fosse una chimera, ci accontenteremmo di essere”.
Immagine tratta da www.iteaspa.it