Fano (PU) – La città non riesce ancora ad accettare la morte di Filippo Palazzi, il 44enne fanese che ha perso la vita in Emilia Romagna durante una corsa ciclistica amatoriale, molto probabilmente per un arresto cardiaco.
Che Palazzi fosse una brava persona, ben voluto e stimato da tutti (gestiva con il fratello dei negozi di articoli sportivi) lo dicono le tante testimonianze di vicinanza che in questi giorni stanno arrivando alla famiglia, ma che il giovane ciclista fanese durante la sua vita si fosse forgiato di un gesto “eroico” non è cosa nota, forse proprio perché Palazzi aveva preferito non raccontare quanto accaduto un anno fa senza fare proclami.
La storia risale al 24 gennaio del 2015, Palazzi riceve una telefonata che lo informa che il padre si è sentito male mentre tagliava la legna nel giardino di casa. Il 44enne sale in sella al suo scooter e in un attimo raggiunge il babbo nella sua abitazione di Sant’Orso trovandolo riverso a terra privo di sensi. Senza nemmeno togliersi il casco dalla testa, inizia ad effettuare il massaggio cardiaco in attesa dei soccorsi. L’ambulanza arriva poco dopo e si sostituisce ad uno stremato Filippo che per tutto il tempo non ha smesso nemmeno un secondo di massaggiare il padre che poco dopo, grazie anche all’intervento dei medici del 118 e al defibrillatore, riesce a riprendere conoscenza.
“Essenziale quanto fatto da Filippo – diranno i medici e gli infermieri – il massaggio è la prima cosa da fare in caso di arresto cardiaco e grazie alla sua prontezza è riuscito a coprire il tempo tecnico prima che arrivasse l’ambulanza”.
Un gesto, quello di Filippo Palazzi, che solo un uomo con un grande cuore poteva compiere, quel cuore che misteriosamente domenica ha smesso di battere gettando nello sconforto i suoi famigliari (lascia una moglie e un figlio di 11 anni), tra cui quel padre che oggi deve la sua vita proprio al gesto eroico del figlio.