Fano (PU) – Dalle emergenze possono nascere opportunità. Lo ha detto il sindaco sabato, lo ha ribadito ieri l’assessore Tonelli e lo conferma oggi l’associazione ambientalista la Lupus in Fabula preoccupata che questa fase2 porti i fanesi a riutilizzare con troppa frequenza l’auto.
“Per scongiurare questa ipotesi – scrive Claudio Orazi per conto dell’associazione – la soluzione è quella che sosteniamo da anni e che ora acquista ancora maggiore importanza e urgenza: mobilità ciclabile ed estese aree pedonali con bus navetta per anziani e disabili. Pertanto l’idea del Sindaco Seri e del M5S di trasformare tutto il centro storico in una zona a traffico limitato, pedonalizzando alcune vie particolarmente vocate al passeggio, allo shopping e alla ristorazione, trova sicuramente il nostro appoggio. Chi ancora si oppone a questa soluzione per paura di perdere clientela ha una visione miope e retrograda, confutata da decine di esperienze positive in città simili alla nostra”.
“L’ampliamento dell’occupazione del suolo pubblico, senza aumento del canone, è senza dubbio una opportunità per consentire il proseguimento di alcune attività nel rispetto della sicurezza sanitaria, ma può diventare anche l’occasione per il rilancio del centro storico non solo come struttura diversificata del commercio al dettaglio, ma anche come luogo vitale in cui cultura e bellezza si fondono con il piacere dello svago e del relax”.
“Riteniamo però che la pedonalizzazione debba essere applicata anche alla zona mare di Sassonia, dall’anfiteatro Rastatt al ponte pedonale sul porto canale, dando modo alle attività commerciali presenti lungo il viale di poter esporre la merce e distribuire tavoli e sedie anche sul marciapiede, lasciando buona parte della sede stradale di Viale Adriatico al pieno godimento di chi vuole passeggiare o andare in bici in piena sicurezza, usufruendo dei servizi dei vari locali”.
“In conclusione chiediamo al Sindaco e alla maggioranza di governo di cogliere questa opportunità per avviare quelle scelte di mobilità sostenibile che la città aspetta da oltre vent’anni: non possiamo tornare alla normalità, perché la normalità era il problema”.