Saltara (PU) – La tutela della salute dei cittadini è un tema che sta a cuore un po’ a tutti e di cui si parla ormai da tempo nel territorio, da Fano a Pesaro passando per i comuni dell’entroterra.
Ad intervenire oggi sono gli esponenti del gruppo consiliare di minoranza Movimento 5 Stelle di Saltara che nei giorni scorsi hanno protocollato in Comune una richiesta di referendum per salvaguardare il sistema sanitario regionale: “Abbiamo chiesto al consiglio comunale di Saltara – scrivono – di deliberare a favore della richiesta del referendum per spostare i poteri normativi regionali, in materia di sanità, dalla giunta al Consiglio Regionale. È sotto gli occhi di tutti che con l’avanzare del tempo, grazie alle riforme e ai tagli finanziari del Governo Renzi, il sistema sanitario italiano si stia riducendo in macerie, prendendo sempre più la via della privatizzazione con conseguente aumento dei costi per i cittadini, fino all’impossibilità di curarsi, specie per le fasce meno abbienti della popolazione”.
Tale problematica, secondo i pentastellati, è ancora più marcata nella nostra zona: “Anche nelle Marche stiamo assistendo ai sintomi del disgrego sanitario – proseguono -: ospedali che chiudono, mancanza di fondi e strutture carenti di personale e macchinari. Con questo referendum diciamo ‘no’ ad una gestione della sanità fondata sulla ‘politica delle nomine’ che accresce i costi e diminuisce l’efficienza. Diciamo invece ‘si’ alla salvaguardia della salute dei cittadini e alla permanenza di ospedali che, di questo passo, saranno costretti a chiudere i battenti, come sta succedendo già nella nostra provincia con i nosocomi di Fossombrone, Cagli e Sassocorvaro”.
“Ci auguriamo che il nostro appello sia accolto anche dagli altri gruppi politici di minoranza a Saltara già informati da una settimana in merito. Nei prossimi giorni – concludono – conosceremo l’esito della nostra proposta, l’auspicio è che si raggiunga nel più breve tempo possibile quota 20 comuni aderenti (numero minimo richiesto per legge) altrimenti il referendum dovrà essere rimandato di un anno”.