Fano (PU) – Le responsabilità della “svendita” del Santa Croce, per il Movimento a 5 Stelle, sono da addossare sia al centrosinistra che al centrodestra. Perché? Lo spiegano i consiglieri comunali di Fano a 5 Stelle che spostano anche il dibattitto dal luogo in cui dovrà sorgere la struttura ai soldi che servono per finanziarla. “Con quale coraggio, l’anno scorso, Seri è riuscito a mettere al primo punto del proprio programma elettorale la difesa del Santa Croce? Senza contare che sul superamento del sito di Fosso Sejore, considerato inadeguato sotto molti aspetti, si formò l’alleanza di centrosinistra. Se ora il sindaco ha in mano le redini di questa città, lo deve anche a quelle promesse platealmente tradite e alle tante rassicurazioni, rivelatesi false e ipocrite, con cui replicava a chi, come il Movimento 5 Stelle, cercava di evidenziare agli occhi dei cittadini le stesse ambiguità che solo adesso Minardi ha avuto lo scrupolo di svelare”. Poi le stoccate sono per il centrodestra: “D’altra parte, se oggi ci troviamo a un passo dalla svendita del nostro ospedale, lo dobbiamo anche a quegli esponenti del centrodestra che ora si improvvisano paladini del Santa Croce, ma quando amministravano la città assecondarono in ogni modo questa deriva. Ricordiamo tutti molto bene come centrosinistra e centrodestra (con l’unica eccezione di D’Anna) non abbiano mai appoggiato in consiglio comunale le nostre mozioni contro la struttura unica e a difesa (quella vera) del Santa Croce, anzi. Addirittura, l’anno scorso, Progetto Fano ha votato la mozione di quella stessa maggioranza che oggi accusa di essere eterodiretta dal PD pesarese. Insomma, quando non si sa neppure cosa sia la coerenza, anche la credibilità latita. E mentre la politica continua a prodigarsi nella pantomima sulla localizzazione, sostenendo che il nuovo nosocomio sia indispensabile, non c’è mai nessuno che si degni di rispondere alle questioni di fondo che da anni tentiamo invano di portare al centro del dibattito: sulla base di quali studi e dati oggettivi, di grazia? Con quali tecniche di finanziamento, visto che mancano i fondi pubblici? La verità è che, a prescindere dal luogo, il semplice fatto di accettare ancora, nonostante tutto, l’abominio dell’ospedale unico significa già di per sé determinare la svendita della sanità pubblica alle lobby dei costruttori e dei professionisti, gli unici che continuano a spingere, tramite le loro pedine politiche, per realizzare questo progetto, a differenza dei cittadini fanesi e pesaresi che in un recente sondaggio l’hanno bocciato in massa”.