

Pesaro – Il settore privato residenziale rischia un vero e proprio tracollo. Non bastasse il rialzo dei tassi di interesse, l’aumento del prezzo delle abitazioni, ora arriva anche lo stop al Piano Casa. Dal 31 dicembre prossimo, infatti, in tutte le Marche non sarà più possibile usufruire della legge sul Piano casa. Uno strumento che fino ad ora consentiva ai cittadini l’ampliamento degli edifici esistenti fino al 20%, (sia residenziali che a destinazione diversa). La normativa regionale consente, ma solo fino al 31 dicembre, la demolizione e ricostruzione con un aumento fino al 25% sia residenziale che ad altra destinazione. E questa – informa CNA Costruzioni – è anche l’ultima delle 7 proroghe che il Piano ha avuto negli anni a partire dal 2014.
“Il Piano Casa è stato ed è uno strumento importante – dice il presidente regionale, Marco Rossi – che rappresenta ancora oggi una delle maggiori opportunità di lavoro insieme alla ristrutturazione, soprattutto una volta terminato il Superbonus del 110%. Ci auguriamo che il Governo si appresti ad elaborare al più presto un riordino dei Bonus e a considerare nuovamente lo sconto in fattura per evitare una caduta verticale del settore privato residenziale”.
“Per CNA Costruzioni – dice il responsabile CNA Costruzioni di Pesaro e Urbino, Fausto Baldarelli – il Piano Casa è stato importante per l’economia del comparto, soprattutto dopo la crisi del 2008. Una legge fortemente voluta e sostenuta dal sistema CNA Marche che in questi anni ha consentito migliaia di interventi, soprattutto in provincia di Pesaro e Urbino e che ha riguardato molte abitazioni dei comuni dei principali centri (Pesaro, Urbino, Fano, Mondolfo e Vallefoglia). Si tratta di lavori eseguiti principalmente da imprese artigiane”.
Cna Costruzioni infine considera interessante la Nuova legge urbanistica regionale, in corso di approvazione in Consiglio. Una legge che aggiorna la legge 13 del 1992.
“L’associazione considera importante gli indirizzi di questo nuovo strumento in direzione della salvaguardia del territorio e con la possibilità di recuperare edifici esistenti attraverso progetti di rigenerazione urbana che limitino il consumo del suolo”.
“Nel frattempo – concludono Rossi e Baldarelli – auspichiamo che la Regione approvi una norma transitoria che garantisca un passaggio indolore tra la fine del Piano Casa e la Nuova Legge urbanistica regionale”.