Fano (PU) – “Costruire un ponte tra Sarajevo e Fano, un ponte che non é fatto di cemento ma di reciproca conoscenza e collaborazione”. É questo l’obbiettivo della visita del sindaco Massimo Seri e dell’assessore ai Servizi Educativi, alle Biblioteche e alla Pace, Samuele Mascarin, fatta ieri, a due importanti simboli della città di Sarajevo.
Il primo, la Biblioteca Nazionale di Sarajevo, bruciata nel 1992 durante l’assedio alla città che é diventata, suo malgrado, un simbolo della guerra contro la cultura, con l’immagine indelebile di pompieri, bibliotecari e volontari che cercarono di salvare dalle fiamme i libri sotto il fuoco incrociato dei cecchini.
“Una biblioteca che é stata lentamente ricostruita e con la quale abbiamo deciso di sottoscrivere a breve un protocollo di intesa con il nostro sistema bibliotecario – afferma Mascarin -, un’intesa di grande valore civile, oltre che simbolico, che avvicinerà le due città in un percorso di condivisione di progetti culturali e storici, scambi tra operatori bibliotecari e scuole delle due città”.
Altrettanto significativo l’incontro con il Generale Jovan Divjak, il secondo simbolo della città, avvenuto insieme ai 60 studenti del liceo classico e linguistico “Nolfi” e del liceo artistico “Apolloni”, nella sede dell’ associazione a sostegno di orfani di guerra e studenti poveri (OGBH, Obrazovanje Gradi BiH, L’istruzione costruisce la Bosnia), che il Generale ha fondato dopo la guerra.
Divjak, figura simbolo dell’assedio di Sarajevo, che ha difeso la città (nonostante la sua madrepatria sia la Serbia) dalle truppe di aggressione serbe, che volevano impedire la creazione di uno stato bosniaco multietnico ed indipendente, é impegnato da anni in una nuova guerra, quella dell’accesso all’istruzione per la parte più povera della popolazione del suo Paese.
Un incontro significativo non solo in termini di memoria storica, ma anche per sottolineare il valore dell’istruzione come strumento di riscatto e ricostruzione.