Ancona – La Regione Marche, Servizio Sanità Risorse umane e formazione, ritiene necessario il coinvolgimento dei medici in formazione specifica in medicina generale, per le attività di screening di massa sulla popolazione, nell’ottica di una attiva collaborazione all’iniziativa dettata dall’emergenza COVID-19. Lo SNAMI Regionale Marche, il Sindacato Nazionale Autonomo Medici Italiani, esprime con forza tutta la sua contrarietà a questa metodica di reclutamenti obbligatoria e la mancata remunerazione dei corsisti, come si evince dalla delibera della Giunta Regionale.
Sulla esecuzione da parte dei medici, di tamponi antigenici rapidi e nella loro refertazione nell’ambito del corso di formazione specifica in medicina generale, lo SNAMI evidenza diverse criticità non trascurabili. In primo luogo, l’elevato rischio biologico delle prestazioni richieste, soprattutto in caso di mancata o carente formazione sul rischio specifico riguardo l’attività e l’impiego dei dispositivi di protezione individuale. I medici corsisti stanno già partecipando, nella risposta all’emergenza pandemica, attraverso incarichi di Continuità Assistenziale e di USCA, comunque da garantire.
Pertanto, una ulteriore attività in tale ambito, sottrarrebbe del tempo alla parte professionale ed esperienziale delle fasi del corso in svolgimento. Lo SNAMI pertanto ritiene che i medici corsisti debbano effettuare attività di formazione sul campo solo ed esclusivamente nell’ambito delle attività previste dal corso ed esclusivamente in presenza di tutor abilitati a tale scopo. Solo in questo ambito, una attività formativa sui tamponi antigenici, può essere eventualmente inserita.