

Pesaro – «Insieme all’Unione Province d’Italia abbiamo lottato per il reintegro dei fondi sulle strade provinciali, riuscendo ad ottenere l’impegno del governo per il recupero delle risorse tagliate dal Milleproroghe sul 2025 e il 2026.
Per Pesaro e Urbino si tratta di tre milioni e 286mila euro. Ma visto che il sindaco di Piandimeleto Nicolò Pierini parla di visione ed è così sensibile al tema strade, invece di continuare a negare tagli che sono stati denunciati da tutti gli amministratori in modo bipartisan, ci aiuti piuttosto da consigliere provinciale a recuperare anche quello che è stato sottratto alle Province per gli anni successivi. Perché restano ancora molti problemi sul tavolo: in base alla programmazione del Mit, i tagli alle Province proseguiranno nella percentuale del 50 per cento dal 2027 fino al 2029.
E poi si riverseranno anche sulle risorse assegnate alle Province per il periodo compreso tra il 2030 e il 2034». Così il presidente Giuseppe Paolini, che aggiunge: «Pierini sostiene che io avrei montato una polemica ad arte. Capisco che sia in cerca di visibilità per le regionali ma riepilogo i fatti: tutte le Province italiane, comprese quelle guidate dal centrodestra, dopo il Milleproroghe hanno chiesto immediatamente al ministero un tavolo di crisi. Tanto per fare due esempi sopra le parti: il direttore di Upi Veneto Carlo Rapicavoli ha parlato di «disastro», con «tagli ad esercizio in corso senza alcun preavviso».
Unindustria e Ance Reggio Emilia hanno descritto «motivazioni incomprensibili» alla base della sforbiciata. Si potrebbe proseguire all’infinito, citando ogni zona d’Italia: tutti i presidenti delle Province hanno dato mandato al presidente dell’Upi nazionale Pasquale Gandolfi di rappresentare la questione con fermezza al ministero. Ora si sta rivedendo seriamente la questione e il ministero ha fatto marcia indietro: forse perché il problema c’era?».
Quanto alle strade menzionate dal consigliere provinciale Pierini, su cui la Provincia non sarebbe intervenuta, precisa il dirigente provinciale della Viabilità Mario Primavera: «Dal 2018 al 2024 i fondi assegnati per la viabilità alla Provincia di Pesaro e Urbino sono stati ripartiti in maniera equa su tutto il territorio, anche se le indicazioni ministeriali davano priorità alle strade con maggiore traffico e incidentalità. Il problema più volte ripetuto è che tali risorse sono insufficienti, in quanto per asfaltare un chilometro di strada mediamente sono necessari 100mila euro e le risorse assegnate, divise per i 1150 chilometri circa di strade, corrispondono a poco più di tremila euro a chilometro. Con tale risorse la Provincia, oltre agli asfalti, deve fare anche la segnaletica e la sistemazione dei dissesti, cioè tutto ciò che riguarda la manutenzione straordinaria delle strade. Un discorso a parte viene fatto per i ponti, dove in questi anni sono stati effettuati e programmati diversi interventi sui territori più problematici tra cui il Montefeltro, l’Alto Metauro e il comprensorio del Catria e Nerone.
Per quanto riguarda la frana sulla Sp 6 Montefeltresca, che collega Macerata Feltria con Pietrarubbia, è stata inclusa nei piani d’intervento della struttura commissariale, grazie alla richiesta di inserimento da parte della Provincia dal momento che risultava inizialmente esclusa. Entro l’anno verranno realizzate le opere per ripristinare il corpo stradale. Il vero problema che caratterizza tutto il territorio provinciale, e in particolar modo il Montefeltro, è il dissesto idrogeologico. A fine 2022, su richiesta della Prefettura di Pesaro e Urbino, sono state trasmesse tutte le schede relative alle aree più a rischio (85, ndr) relativamente al dissesto idrogeologico delle strade provinciali.
Il dissesto idrogeologico è un problema estremamente diffuso sul territorio provinciale e a questo sono associate frane e deformazione dei piani viabili che rendono pericolosa la circolazione se incidono sulla pubblica incolumità. I decreti di finanziamento Mit fino ad oggi erogati relativi alla manutenzione straordinaria della viabilità provinciale sono del tutto insufficienti per coprire gli importi dei dissesti che per l’intero territorio nel complesso erano stati stimati in cento milioni di euro».