FANO – Domani si “celebrano” i 30 anni di oncologia medica all’interno dell’azienda ospedaliera Marche Nord e per sottolineare l’importante traguardo abbiamo deciso di raccontare la storia di Luca (il nome è di fantasia), 46enne fanese che oggi si è lasciato la malattia alle spalle.
“Prima dell’estate 2005 la mia era una vita normalissima, come quella di tanti altri 33enni. Ma all’improvviso una febbriciattola strana che non mi voleva mollare e la fatica nel dover compiere anche solo 200 metri di corsa come facevo quasi tutti i giorni con un amico, mi ha indotto ad effettuare un controllo accurato. Dopo varie visite il 17 giugno del 2005 un rx torace mostra una ‘grossolana massa mediastinica di cm9x10x21’ confermata pochi giorni più tardi da una agobiopsia guidata. Da quel responso la mia vita di tutti i giorni non è più a colori ma in bianco e nero. Persino il cibo non ha più lo stesso sapore. Poi l’incontro con il dottor Rodolfo Mattioli e il reparto di Oncologia di Fano. Un incontro duro, diretto ma onesto e sincero. ‘Ti farò piangere ma ti salverò la vita’ sono state le parole che Mattioli ha pronunciato prima di diagnosticare senza ombra di dubbio la tipologia di tumore che si era sviluppato in me. Una diagnosi che mi ha ‘spaccato’ in due ma che mi ha donato anche una speranza a cui mi sono aggrappato con tutte le forze per restare attaccato al filo della vita. A 33 anni le parole tumore e chemioterapia mi erano quasi sconosciute ma grazie a Mattioli e al suo staff (li chiamavo i miei angeli) è stata subito calibrata una cura precisa che attraverso 4 cicli estenuanti di chemio – in cui ho dovuto convivere con nausee, vomito, perdita di capelli e peso – mi ha permesso di combattere il mio nemico numero uno. Quando tutto è iniziato la massa tumorale era molto estesa poi si è ridotta notevolmente e alla fine, dopo mille sofferenze, paure e pianti, quel nemico siamo riusciti a sconfiggerlo. Al termine di tutto questo calvario ho subito un intervento chirurgico per asportare la massa tumorale oramai sconfitta. Sono passati oramai 13 anni da quel 2005. Ogni anno mi sottopongo ad esami di controllo che, non nascondo, provocano una certa ansia nell’attesa del responso. Un po’ ci convivo, un po’ me la faccio sotto ma nel 2016 è nata mia figlia e da allora tutto è un po’ più semplice e perché no, colorato. Ho raccontato la mia storia personale con la speranza e l’augurio di poter essere di supporto a tutte quelle persone che purtroppo, come me, hanno avuto un 2005 da ricordare. Non sempre le storie sono a lieto fine ma se ci si mette ‘tigna’ e ci si affida a professionisti preparati, seri e vogliosi di aiutarti, le speranze di poterla raccontare sono sicuramente più alte”.