Urbino (PU) – Non avere grande dimestichezza con i mezzi telematici, e cedere al richiamo dei sensi, può avere conseguenze disastrose. E’ quanto accaduto ad un docente universitario di Urbino dell’Accademia di Belle Arti, che nel bel mezzo di una lezione a distanza, anziché proporre un filmato a tema della lezione, inconsapevolmente, ha proposto alla sua platea di studenti un intermezzo a sfondo sessuale con la sua compagna. Verrebbe quasi da sorridere per questo episodio assolutamente involontario del Prof, e in altre circostanze il sorrisino sarcastico ce lo si sarebbe sicuramente fatto, ma in realtà da ridere o sorridere c’è veramente ben poco.
Si perché al di là del fatto che è costato il posto al docente, conosciutissimo affermato e stimatissimo dal corpo docente, e ben voluto dagli studenti, e va precisato che l’insegnante non ha avuto un approccio clandestino fugace e pecoreccio stile cinema trash anni ‘,80, del tipo l’insegnante e Pierino, ma bensì con la sua compagna, con cui ha un rapporto affettivo stabile, dopo un lungo periodo di non frequentazione dovuta al COVID, cedendo all’impulso sessuale, la riflessione è sulla deriva di questa pandemia. Ciò che ci fa inorridire, in questa vicenda, non è l’episodio imbarazzante in cui l’inconsapevole cattedratico si è reso primo attore, è a che punto o in che situazioni ci ha proiettato il COVID-19. L’episodio del Prof. caduto nella trappola tecnologica dei mezzi che siamo costretti ad utilizzare dalle circostanze, per non stravolgere del tutto le nostre vite, ci impone una riflessione sui baratri che il COVID ha aperto sui quali mai e poi mai avremmo ballato.
La telecamera è rimasta ahimè accesa, forse pensava di averla disattivata, un click sbagliato del mouse, qualcosa va storto e gli studenti si sono ritrovati davanti lo stimato docente ed il suo lato intimo e personale spiattellato sullo schermo, restando essi stessi al quanto esterrefatti, anziché una clip che il Professore aveva preparato per loro. La cosa è finita sulla scrivania del Direttore dell’Accademia che ha convocato il Docente il quale compreso lo status delle cose, ha spontaneamente rassegnato le dimissioni, congedandosi però dai suoi allievi con una classe che solo chi vive d’arte e di bellezza può fare in una circostanza simile, con un verso di Hegel, filosofo dell’1800 il quale afferma che ricordare una persona che ha commesso un grave errore solo per quell’errore equivarrebbe a “distruggere tutto ciò che ha fatto nella sua vita per ridurlo alla casualità di quell’errore”.