

Senigallia (AN) – “Se dall’Europa chi sta seduto dietro a una scrivania vuol dire a chi vive in campagna e in montagna cosa fare, andremo alla deriva”. Lo ha affermato Mirco Carloni, presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati in occasione della presentazione del progetto “Raccogliere per contenere, promuovere, prevenire”, nato dalla collaborazione tra Coldiretti, Federforeste, Consorzio di Bonifica e aziende agricole del territorio presentato oggi alla Rotonda a Mare a Senigallia.
“Le persone che vivono il mondo agricolo e che hanno la sapienza di gestire l’ambiente sono gli agricoltori e gli allevatori – ha detto Carloni -. Ognuno deve fare il proprio mestiere. L’opinione pubblica sta facendo passare il messaggio che in questo Paese l’ambiente deve essere qualcosa da guardare e non toccare, in quanto l’uomo deve ritirarsi andando a vivere in città. Questa stortura genera una rovina economica e sociale. Il cibo è un patrimonio dell’Italia, tanto che l’agroindustria è il primo prodotto nazionale con una valore di 600 miliardi e 4 milioni di impiegati. Se non lo difendiamo perdiamo l’unico elemento differenziate rispetto agli altri Paesi”. E poi ancora: “In campagna le regole vanno fatte secondo la tradizione, mettendo al centro l’agricoltore e non la burocrazia”. Carloni evidenzia un’altra considerazione: “L’Italia è fatta per due terzi di aree interne. Se chi abita questi luoghi, a cui è legato per la produzione della terra, dovesse abbandonarli seguendo chi da Bruxelles dice di ridurre la pressione antropica sull’ambiente si creerebbe una desertificazione, con una pericolosità del rischio idrogeologico decuplicata. Superiamo questo approccio superficiale ed emotivo che molto spesso è dettato più da un buonismo di facciata che da una conoscenza vera del mondo agricolo”.
In cosa consiste il progetto? I soggetti interessati coopereranno per la raccolta e il riutilizzo della legna che si deposita negli alvei, sulle sponde dei fiumi e sulla battigia del litorale. “Una pratica antica andata in disuso anche a causa di una burocrazia asfissiante e di un ambientalismo cieco che vietava qualsiasi tipo di intervento in aree naturali – spiega Andrea Montresor, responsabile di Federforeste Marche – questo progetto si propone di gestire in maniera sostenibile la risorsa fiume attraverso pratiche che contribuiscono a prevenire le esondazioni e a preservare l’ecosistema”. La raccolta della legna si concentrerà tra maggio e settembre. Tutto il materiale sarà accatastato in punti designati per la raccolta di biomasse e sarà messo a disposizione delle stesse aziende agricole e dei cittadini per autoconsumo.
La zona di raccolta è stata individuata nel territorio dei 32 Comuni compresi nei 1.100 chilometri quadrati del bacino idrico del Misa. Parliamo di un’area che secondo gli archivi, dal 1400 a oggi, è stata teatro di ben 44 eventi alluvionali gravi “dove – illustra Maiani – il Consorzio di Bonifica sta operando ormai da anni per il regolare deflusso delle acque, con la conseguente raccolta di legname depositato naturalmente nei corsi d’acqua minori. Tutto ciò renderà più sicuro il territorio. La presenza di residui legnosi, infatti, può comportare difficoltà al deflusso delle acque sia per l’accumulo di sedimenti, soprattutto in corrispondenza di ponti e infrastrutture”. Un cambio di paradigma, insomma.
“Il ruolo secolare di gestione dell’ambiente da parte degli agricoltori era stato sostituito da prassi spesso dettate da una visione ideologica di conservazione della natura – evidenzia la presidente Gardoni -. Questo progetto segna un momento importante perché riporta le aziende agricole al loro compito di custodia del territorio, permette un riutilizzo delle biomasse da trasformare in energia in ottica di economia circolare e mette al riparo anche le città dagli eventi che purtroppo ben conosciamo e con i quali stiamo tutti, contadini e cittadini, facendo i conti”.
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