
DIRE – Sacerdote arrestato a Cosenza per presunti abusi su un sedicenne
- 29 Luglio 2025
Reggio Calabria – Un sacerdote è stato arrestato a Cosenza dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, per il reato di presunti abusi su un minore. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica reggina, risalgono al biennio 2015-2016 e protrattesi fino al 2020, fanno riferimento a riscontri testimoniali, acquisizioni documentali e attività tecniche. Gli accertamenti hanno consentito di far emergere un quadro complesso e delicato, ricostruendo una vicenda che, secondo l’ipotesi accusatoria, avrebbe avuto origine all’interno di una comunità parrocchiale reggina. All’epoca degli episodi contestati il giovane aveva 16 anni e frequentava le attività pastorali e aggregative della parrocchia, organizzate proprio dal sacerdote arrestato. L’uomo, approfittando del proprio ruolo e della condizione di disagio familiare vissuta dal giovane, avrebbe instaurato una relazione ambigua, inizialmente alimentata da adulazioni e attenzioni, poi degenerata in episodi di violenza sessuale vera e propria, consumati in luoghi appartati della struttura ecclesiastica. Secondo quanto ricostruito dai militari della Compagnia di Reggio Calabria, il sacerdote si sarebbe servito della propria posizione per manipolare emotivamente il ragazzo, facendolo sentire legato spiritualmente e moralmente alla figura del proprio ‘padre guida’. Nel corso delle attività investigative è emerso come il ragazzo, pur vivendo con disagio e sofferenza quanto subito, faticasse a ribellarsi, paralizzato da un sentimento di soggezione e dal timore di perdere il legame con la comunità parrocchiale. Una condizione di subordinazione che il sacerdote, figura di grande carisma e autorevolezza nel contesto ecclesiastico, avrebbe saputo alimentare con strategia e consapevolezza, fino a rendere il giovane incapace di opporsi. L’inchiesta ha consentito inoltre di documentare che, anche dopo il trasferimento del sacerdote in una parrocchia della provincia di Cosenza, questi avrebbe continuato a svolgere attività a stretto contatto con minori. Il sacerdote è stato tradotto presso la casa circondariale competente, a disposizione dell’Autorità giudiziaria.
ARCIDIOCESI: DOLORE PER ARRESTO SACERDOTE
L’Arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova ha appreso con profondo dolore dell’arresto, avvenuto a Cosenza, di un sacerdote appartenente ad una famiglia religiosa già operante nella diocesi, in seguito a un’indagine condotta dall’Autorità giudiziaria per abusi a danno di un minore. I fatti oggetto di indagine giudiziaria risalgono a un periodo compreso tra il 2015 e il 2020. Il religioso è stato trasferito da Reggio Calabria a Cosenza nel 2020, su disposizione dei suoi superiori. Di fronte a tale notizia, riporta una nota, “l’Arcidiocesi esprime la propria vicinanza e solidarietà alla vittima e a quanti sono turbati da questi fatti. Il primo pensiero va a chi ha sofferto e soffre per quanto accaduto. La Chiesa di Reggio Calabria-Bova ribadisce con forza che ogni abuso rappresenta una violazione inaccettabile della persona, un peccato grave e un crimine che nulla ha a che vedere con il Vangelo di Cristo”. L’arcivescovo Fortunato Morrone invita tutti i fedeli a unirsi in preghiera, affinché questo grave episodio sia un’occasione di verità, rinnovamento e conversione”.
GARANTE REGIONALE: PRETE TRASFERITO INACCETTABILE
“Partiamo dal concetto, che qualsiasi persona indiziata di reato ha il diritto alla presunzione di innocenza. Ma, almeno la si allontanasse da attività a contatto con bambini e adolescenti, se il sospetto è di abusi su minori”. Così il garante per l’Infanzia e l’adolescenza della Regione Calabria, Antonio Marziale, in relazione all’arresto di un sacerdote a Reggio Calabria per presunti abusi su un minorenne. “Papa Francesco ha definito ‘omicidio psicologico’ gli abusi sui minori – evidenzia Marziale – e ha abolito il segreto pontificio sui reati di pedofilia, per debellare gli insabbiamenti. ‘Chi copre sarà punito’, ha aggiunto il compianto Pontefice. Ma, a fronte di un’articolata attività inquirente della Procura della Repubblica reggina, apprendiamo che è stato trasferito di sede e lasciato esercitare il ministero a contatto con minori. Inaccettabile”. Per il garante: “Secondo i più recenti dati raccolti nel database ‘Spotlight on Italian Survivors’ della rete l’Abuso, attualmente il 3,2% dei preti italiani è accusato di abusi sessuali su minori, e così letti sembrano pochi. Ma la percentuale corrisponde a circa 1.031 sacerdoti, che avrebbero prodotto 4.262 vittime. E ci limitiamo a prendere in considerazione soltanto il dato italiano”. “Papa Leone XIV, il 5 giugno scorso, incontrando la Pontificia commissione per la Tutela dei Minori ha parlato ‘dell’impegno incrollabile della Chiesa per la salvaguardia dei bambini e delle persone vulnerabili’ – fa notare Marziale – e adesso tocca verificare nei fatti se la tutela “incrollabile” attecchisce o rimane impegno vuoto, come tale è rimasto alla fine di ogni pontificato precedente, al netto delle belle parole”. “Vorrei non fosse vero – conclude – e che l’accusa risultasse infondata, ma al cospetto di riscontri testimoniali, acquisizioni documentali ed attività tecniche svolte dagli inquirenti, temo, al netto della ribadita presunzione d’innocenza dovuta all’indagato, che non ci sia molto da aggiungere, se non che al trasferimento a Cosenza sarebbe stata auspicabile la sospensione”.