

PESARO (PU) – “Se da un lato ci sono negozi che chiudono e saracinesche abbassate nelle vie del centro storico, dall’altro ci sono i comportamenti di sindaci ed amministratori che spesso non vanno nella direzione di una auspicata inversione di tendenza”.
A sostenerlo è Amerigo Varotti, direttore di Confcommercio Pesaro, che punta il dito su chi governa le città della Provincia: “In questi giorni alcuni commentatori ed esponenti politici locali hanno denunciato una situazione che Confcommercio Pesaro e Urbino, inascoltata, prospetta da anni. La crisi del commercio di vicinato – scrive Varotti – e la gravità di ciò che succede nei nostri centri storici, a Pesaro più che altrove nella nostra Provincia, ha molte cause e responsabilità. C’è certamente la causa della elevata tassazione che grava sulle imprese (nonostante la pubblicità governativa l’Istat ha confermato la settimana scorsa che la pressione fiscale nel 2015 è al 43,4% come nel 2014 e difficilmente calerà nel 2016 visto che il PIL crescerà meno del previsto); c’è il peso abnorme della tassazione locale che è cresciuta in modo esponenziale negli ultimi 10 anni così come il costo dei servizi (servizio idrico e rifiuti su tutti) e c’è sicuramente la crisi economica generale che ha falcidiato i redditi, eliminato il ceto medio, aumentato le famiglie povere, aumentato i disoccupati giovani e donne conseguentemente favorito il calo dei consumi”.
“Ma c’è – precisa Varotti – anche la generosa liberalizzazione della grande distribuzione commerciale. I tanti centri commerciali, ipermercati, supermercati, grandi magazzini e discount cresciuti come funghi nelle periferie delle nostre città (Pesaro e Fano su tutte) hanno ammazzato il commercio e desertificato i nostri centri storici. E se i nostri sindaci e amministratori continuano a favorire l’apertura o gli ampliamenti di questi nuovi mostri (come nel caso dell’Auchan), non si può però piangere lacrime di coccodrillo sulla morte anche sociale delle vie e strade cittadine. I partiti che a Fano e Mondolfo plaudono all’ampliamento dell’Auchan o alla costruzione dell’outlet – conclude – hanno la grave responsabilità di quanto sta accadendo”.