Fano (PU) – “La fusione Aset è sicuramente un altro importante obiettivo raggiunto del programma elettorale di questa amministrazione, programma al quale tanto ha contribuito SU. Il percorso parte proprio da una chiara volontà politica espressa nel programma elettorale che prefiggeva l’approdo ad un’unica società di multiservizi per la città di Fano e non solo”. Ad affermarlo sono gli esponenti di Sinistra Unita che aggiungono:
“Servizi di interesse pubblico erogati da società “in house” cioè interamente pubblica. Questo è il primo aspetto da porre in evidenza, per niente scontato. Con la fusione delle due Aset si dà vita ad una importante realtà pubblica fra le più grandi nel panorama nazionale. I servizi interessati sono il ciclo idrico, l’igiene urbana, distrubuzione gas, farmacie comunali, aree di sosta, riscossioni tributi, cremazione defunti ed altri. A questi si potranno aggiungere la cura del verde pubblico, la gestione degli impianti sportivi, dei servizi cimiteriali e così via. Una serie di servizi fondamentali per il vivere civile, con il fondamentale carattere “universalistico” seppur in presenza di una “domanda individuale” e di un “interesse economico”. Il giusto equilibrio fra questi tre caratteri distintivi dei servizi erogati, quindi il modo in cui si assicura la loro disponibilità e fruizione, dà la misura della scelta politico-amministrativa. Creare una grande società interamente pubblica significa rafforzare l’intervento pubblico facendo pendere il suddetto equilibrio a favore dell’universalità piuttosto che dell’interesse economico, che vuol dire mercato”.
“Allo stesso tempo – sottolineano – significa difesa del bene comune, voluto e creato nel tempo dagli enti locali ed in quanto tale patrimonio di tutti. Hanno risuonato e risuoneranno ancora le trombe del mercato che tanto interesse dimostra verso tali e tanti servizi, non certo per interessi generali (senza demonizzare nessuno) ma piuttosto per il profitto. E’ tenendo conto di questo scenario che il contributo di SU, anche per mezzo del suo rappresentante nel CdA di Aset Holding, Teodosio Auspici, è stato portato avanti e segnatamente esplicitato in atti formali senza mai perdere di vista l’obiettivo finale, obiettivo più volte messo in discussione da forze centrifughe volte a far prevalere un equilibrio diverso.
“Volendo sintetizzare – continuano -, sono due i pilastri inseriti nell’atto di fusione così come nello statuto della “nuova” società:
1. riconoscimento dello status di società delle reti per la detenzione delle stesse e riconoscimento della demanialità del proprio patrimonio;
2. incedibilità del capitale sociale ai privati;
Il primo difende i beni comuni quindi anche l’universale diritto di goderne. Il secondo rivela la chiara volontà di far prevalere l’interesse generale rispetto al particolare-economico.
Certamente questi obiettivi per essere raggiunti sono stati condivisi da tutta la maggioranza e di questo siamo contenti, non dimenticando l’iter a volte faticoso.
A questi grandi obiettivi definibili “di sistema” vanno senz’altro aggiunti obiettivi aziendali quali la patrimonializzazione con accresciuta capacità di investimento, razionalizzazione dell’organizzazione interna ed eliminazione di possibili doppioni operativi con conseguente efficientamento del rendimento.
In conclusione si potrebbe sostenere che detto percorso sia stato un pò lungo ma riguardando le considerazioni qui sopra esposte e tenendo conto anche della complessità della materia oggetto anche di continui interventi del legislatore (anche qui a significare gli interessi sollecitati), si comprende la portata del successo raggiunto”.