Fano (PU) – Era il 16 gennaio e i commercianti esultavano perchè, dopo le loro istanze, l’amministrazione aveva deciso di modificare il regolamento dell’arredo urbano in centro storico.
Una decisione a quanto pare rimasta solo a parole, stando almeno a quanto afferma Barbara Marcolini, presidente di Confcommercio Fano che ieri ha scritto una lettera al sindaco Seri.
“In rappresentanza degli operatori del centro storico e come Presidente di Confcommercio di Fano – si legge nella missiva -, sono qui a segnalare che purtroppo a distanza di circa 1 anno dai primi incontri avvenuti c/o la sala della Concordia, dopo la sua personale lettera in cui ci rassicurava sulle soluzioni da apportare al regolamento sugli arredi e dopo le mail inviate con le modifiche da noi richieste, sembra che il tutto si sia arenato”.
“A tutt’oggi, non abbiamo avuto più nessuna notizia in merito al nuovo regolamento urbano nell’area del centro storico. Ci eravamo lasciati con tante promesse ed impegni che vi eravate obbligati a mantenere, (vedi lettera del 28-12-2017) confermandoci che entro qualche mese, avreste approvato il nuovo regolamento dell’ arredo urbano, riportandolo in consiglio, con le modifiche concertate con gli Operatori, Confcommercio e l’Amministrazione (vedi mail del 16-01-2018)”.
I commercianti avevano anche minacciato un ricorso al Tar, poi rientrato in seguito alle rassicurazioni ricevute: “Non vorrei pensare di aver riposto male tale fiducia – continua Marcolini -, ed a questo punto ci chiediamo: dove è il nuovo regolamento?, perchè non viene portato in consiglio?”
“Il rischio è quello che alcuni operatori debbano lavorare in maniera precaria e in certi casi al di fuori della legge, con tutti i rischi che ne potrebbero conseguire, dovendosi avvalere del regolamento da voi approvato prima della nostra richiesta di modifice e pieno di criticità”.
“Oggi – conclude – le difficoltà del settore Commercio in centro storico sono tante, e non vorremmo farci carico anche di problematiche che pensavamo fossero definitivamente risolte”.