Acquaroli in videoconferenza: “Costruire una visione condivisa per progettare il rilancio del territorio e della comunità regionale”
- 8 Gennaio 2021
Regione Marche – “Costruire una visione condivisa che renda le Marche partecipi e protagoniste di un grande progetto di rilancio del territorio e della comunità regionale”. È l’invito che il presidente Francesco Acquaroli ha rivolto in occasione della riunione del Coordinamento piccoli comuni e unioni di Anci Marche, convocato in videoconferenza. Un incontro dedicato all’emergenza epidemiologica e alle priorità dei piccoli comuni, dove il presidente ha portato il saluto. “Solo una visione autorevole, costruita sulla condivisione istituzionale, può portare a quel processo di internazionalizzazione di cui le Marche hanno bisogno”.
Acquaroli ha auspicato “un recupero delle potenzialità inespresse o male espresse dalle Marche, per abbracciare una visione e una progettualità costruita assieme. Partendo dal tema dell’Unione di piccoli comuni, la cui spinta non può venire solo dalla necessità di accorpare servizi o di beneficiare dei contributi previsti. Unire due comunità significa unire due identità, due culture e due tradizioni. Significa unire due percorsi per migliorare la capacità di vincere le sfide che abbiamo davanti”. Secondo il presidente, il successo “dipenderà dall’abilità di rilanciare l’intera regione sul piano culturale, sociale, economico e dei servizi offerti, non puntando su singole scelte, ma recuperando una visione unica”.
Alcuni input la Regione li ha proposti: “Dal progetto dell’albergo e del commercio diffuso che prenderanno forma nelle prossime settimane, a un’agenzia che guardi al turismo e all’internazionalizzazione con una visione integrata, all’evoluzione delle politiche europee come strumento a servizio delle piccole comunità, a un nuovo Piano sociosanitario dove i sindaci, protagonisti del territorio, possano ribaltare un sistema finora accentratore, per restituire una visione della rete ospedaliera più vicina alle comunità locali”. Acquaroli non nasconde che le sfide siano complicate: “Presuppongono un’adesione non solo politica ma istituzionale, come in quella della filiera della ricostruzione, dove non c’è chi vince e chi perde, ma solo, l’esigenza di raggiungere un obiettivo comune. Le Marche hanno perso forza attrattiva che dobbiamo recuperare, rendendo protagonisti e partecipi tutti i nostri territori”.
Rilancio del recupero e della potenzialità inespressa o espressa male nelle Marche della dei suoi territorio e di una visione che sia univoca. Parto dal tema dell’unione die comuni, l’accorpamento dei servizi. Possono esserci delle realtà locali che tendono a dialogare e stabilire un percorso, fare scelte che non può essere solo legato a un contributo statale o regionale.
L’unione di due comunità deve esser un presupposto che ha radici molto diverse che vanno oltre al finanziamento disponibile o al singolo servizio perché unire due comunità significa unire due territori, due storie, due identità, due culture, due tradizioni. Significa unire due percorsi.
E allora non sempre l’unione di due percorsi soprattutto se fatta nel mero interesse di un servizio o un contributo, può essere la scelta migliore. L’unione di un territorio può essere la scelta migliore se realmente rappresenta la capacità di poter condividere sfide, percorsi e risultati e obiettivi.
Presupposto da cui partire è quello di cecare di mettere in campo tutte le progettualità per creare uno sviluppo, una circolazione, un circuito culturale economico sociale di servizi che possa rilanciare nel suo complesso la nostra regione, le sue aree interne, integrando sul territorio anche le piccole realtà dei piccoli comuni.
È una sfida ambiziosa difficile, che la regione non può fare da sola, ma credo che sia la sfida principale su cui impegnarci. Non c’e una singola scelta che da solo darebbe un contributo di rilancio la territorio se non recuperiamo una visione unica e complessiva della nostra regione.
Alcuni input sono già stati dati progetto albergo diffuso, del commercio diffuso che prenderanno forma nelle prossime settimane – agenzia che guardi la turismo e all’internazionalizzazione – evoluzione delle politiche europee con uno strumento asservito alle piccole comunità per aggregarle attorno a uno sviluppo delle politiche europee – importante anche il nuovo piano socio sanitario con un accantonamento di 2 milioni in bilancio sulla telemedicina, un piano dove i sindaci per primo che sono i protagonisti del territorio possano dire la loro per ribaltare un sistema che era accentratore, per restituire invece un sistema che porta una visione di rete ospedaliera e di medicina del territorio che diventino protagonista con strutture d’eccellenza delle Marche limitino la mobilità passiva che restituisca un equilibrio alla sanità su tutto il territorio e al diritto dei cittadini all’acceso ai servizi.
Sono sfide complicate che presuppongono l’adesione non solo politica ma anche istituzionale di tutti. Sono sfide che presuppongono una figlierà istituzionale come quella della ricostruzione dove non c’è chi vince e chi perde ma il raggiungimento di un obiettivo. Siccome la nostra è una regione che sta perdendo completamente forza nella sua capacità propositiva, e di esser attrattiva, credo che questa sfida sia una sfida comune che dobbiamo condividere per strutturaci. Sui questo la regione c’è. Ci siamo nelle forme istituzionali, nei passaggi dovuti e soprattutto nella volontà di condividere una sfida. Lavoro infrastrutture dalla condivisione che maggiore adesione e miglioramento atti.
Bene ricostruzione sanità infrastrutture: per ognuno di queste grandi operazioni deve essere rivolta a costruire una visione comune, perché solo questa ci rende protagonisti e partecipi di un grand progetto, unendo l’efficacia della ricostruzione privata, dall’esigenza di dar risposte al turismo. Solo una visione comune, autorevole e condivisa può portarci a internazionalizzare perché non possiamo internazionalizzare un realtà, un prodotto, ma dobbiamo internazionalizzare un sistema partendo da esigenze condivise delle istituzioni e dei territori.