Fano (PU) – Utilizzava un richiamo elettronico in grado di imitare alla perfezione il canto del Beccaccino, il fanese sorpreso dal Corpo Forestale dello Stato di Cartoceto, mentre cacciava in località Tombaccia. Le guardie, durante un servizio antibracconaggio eseguito il 26 novembre scorso lungo il fiume Metauro, hanno effettuato un sopralluogo su un appostamento fisso di caccia regolarmente autorizzato. I forestali, una volta giunti sul posto, si sono subito accorti di un canto singolare, persistente e continuativo, tipico dei richiami acustici a funzionamento elettronico. All’interno dell’appostamento è stato infatti sorpreso un trentacinquenne fanese, intento a cacciare illecitamente con l’ausilio dell’attrezzatura in questione. L’uomo aveva a disposizione anche due fucili di cui uno provvisto di ottica di precisione. L’utilizzo a fini venatori di richiami acustici elettronici è vietato dalla Legge n. 157/92 e per il trentacinquenne è scattata l’immediata denuncia alla competente Procura della Repubblica, con il contestuale sequestro del richiamo elettronico, dei fucili e munizioni. Allo stesso inoltre è stata contestata la sanzione amministrativa per la violazione dell’art. 18 della medesima Legge n. 157/92 per aver svolto esercizio attività venatoria al di fuori degli orari consentiti. Le operazioni di antibracconaggio, condotte dal corpo forestale di Cartoceto continuerà per tutto il periodo autunnale.