Fano (PU) – Il giudizio di Bene Comune sul primo anno della giunta Seri è impietoso: “il nulla”. Secondo le apette la città sta “lentamente ed inesorabilmente morendo” sotto la guida del nuovo governo di centro sinistra. “ Pezzi di Fano se ne vanno ogni tanto (l’Ospedale, il Porto, tra poco si dice l’Agenzia delle Entrate, così come successe nel silenzio più assoluto il tribunale) nella colpevole indifferenza. Anche l’ordinaria amministrazione fa acqua da tutte le parti : il bilancio approvato a fine giugno (Pesaro l’ha fatto a marzo, guadagnando tre mesi di programmazione) ne è la dimostrazione burocratica;il manto stradale disastrato (non bastano quattro strade che stanno sistemando solo adesso!) la dimostrazione operativa. Ma soprattutto quello che lascia sconcertati è che manca un Progetto di Città, un’idea-guida per rilanciare quello che è pur sempre il terzo Comune delle Marche, cosa che se non ce la diciamo tra noi non è evidente a nessuno”.
“L’idea forte poteva, doveva essere il turismo : un turismo che facesse leva su Fano Città dei bambini, sulla romanità (proposta in modo non volgare), sul rapporto tra la bella costa e la splendida collina, sugli studenti coinvolgendo adeguatamente l’eccellente Osservatorio con museo interattivo del Balì, sulle attività sportive e sulle persone anziane in bassa stagione. Chi l’ha visto?”.
“Tutto tace, a parte il chiasso più che la musica, che starnazza a tutto volume da qualche isolato locale sul mare, nel tentativo maldestro di scimmiottare la riviera romagnola. Che tristezza. Dov’è finito il ‘genius loci’, quella fanesitudine che è inventiva, brillantezza, creatività, genialità appunto?”.
“Tutto tace non fate rumore, il sindaco dorme, ma la sua non è una pennichella, è un letargo. Letargo da cui si dovrebbe uscire con la solenne mega-convocazione degli ‘Stati Generali per lo sviluppo sociale ed economico della città di Fano’ convocati per lunedì prossimo, frutto di un lavoro portato avanti finora nelle segrete stanze solo con gli amici degli amici. Oltre il titolo enfatico (più adatto alla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo), c’è il tentativo di mascherare un anno di ritardo, con un’altra estate non adeguatamente sfruttata, in tempi di grave crisi economica in cui l’indotto turistico rappresenta da solo quasi il 50% del reddito della Città. Ma ciononostante andremo a partecipare curiosi, sperando che-come è capitato in corso d’anno-qualcuno non ci ritenga interlocutori ‘sgraditi’, magari perchè cantiamo fuori dal coro”.