Fano (PU) – “42 persone per la terza città delle Marche sono poche e c’è poco da esultare per l’arrivo di 4 agenti”. Stefano Pollegioni (Nuova Fano) torna a parlare del commissariato di Fano dopo che nei giorni scorsi il deputato del M5S Roberto Rossini aveva annunciato, con soddisfazione, il buon esito delle “trattative” con il Ministero della Difesa per l’ampliamento dell’organico fanese.
“Sono 6 gli agenti andati in pensione – scrive Pollegioni – e altrettanti lo faranno presto. A questo dobbiamo aggiungere le assenze per le ferie da usufruire, per malattie o per altri motivi. Un insieme di situazioni che vanno a penalizzare quell’ormai piccolo contenitore di personale. Chissà se ci sarà qualche altra miracolosa interrogazione parlamentare che riuscirà a risolvere tutta questa situazione?”
“Sicuramente la presenza dei nuovi arrivi aiuterà a mandare in ferie qualcuno, che da tanto tempo e a causa di queste difficoltà non ha potuto usufruire di tale diritto, ma il problema è molto più complesso e ad oggi nessuno si è preso l’impegno di dare alla terza città delle Marche il Commissariato di Polizia di Stato di cui ha bisogno sia per il numero di abitanti che per la grandezza del territorio da controllare”.
“Come ho già ribadito in altre occasioni, Fano ha attualmente una popolazione di circa 60.900 abitanti con un incremento estivo notevole. Per fare solo un confronto, le città capoluogo di provincia come Ascoli Piceno, Fermo e Macerata sono sotto i 48 mila abitanti. Queste città hanno al loro interno una Questura e un Commissariato di Polizia di Stato, solo la città di Pesaro e quella di Ancona superano gli abitanti di Fano. Il Commissariato di Polizia di Fano ha bisogno di essere classificato al 1^ livello (attualmente è l’unico Commissariato di Polizia della Regione classificato di 2^ livello) proprio per poter tornare in organico e avere quel personale previsto che permette di sopperire ai vari e spesso gravosi servizi. Basta sbandierare lettere o interrogazioni sempre quando si avvicinano le elezioni. La questione – conclude – va affrontata come si deve e questo non mi sembra il modo giusto”.