

Bologna – Una battaglia trasversale, che unisce due Regioni da sempre su sponde politiche opposte: Emilia-Romagna e Veneto si schierano compatte contro l’uso precoce e non regolamentato degli smartphone tra i giovanissimi. Obiettivo comune: limitare l’accesso ai dispositivi digitali in età evolutiva, con misure concrete, campagne educative e iniziative legislative.
In Emilia-Romagna, la proposta prende forma in occasione della prima edizione degli Stati generali dell’infanzia e dell’adolescenza, in programma a Bologna dal 22 maggio al 6 giugno. L’assessora alle Scuole Isabella Conti annuncia l’intenzione di lanciare una proposta di legge nazionale per vietare l’uso degli smartphone ai bambini sotto una certa età e all’interno delle scuole. “Non si tratta di colpevolizzare i genitori – precisa – ma di far comprendere i rischi legati all’esposizione precoce ai device. Se staranno davanti agli schermi, non saranno cittadini ma consumatori”.
Conti propone anche una formazione specifica per pediatri, una campagna di sensibilizzazione nelle scuole e un confronto europeo sulla tassazione delle big tech. “Questi strumenti hanno anche un costo sanitario”, afferma, richiamando dati allarmanti: dal 2010 a oggi i ricoveri in psichiatria infantile sono aumentati del 183%, i disturbi d’ansia del 265%, quelli alimentari del 483%.
Un’analoga preoccupazione arriva dal Veneto, dove la capogruppo di Forza Italia Elisa Venturini ha depositato una risoluzione per regolamentare l’uso degli smartphone tra i minori, proponendo una campagna regionale di educazione digitale e patti educativi tra famiglie, scuole e istituzioni. “Troppi ragazzi confondono la realtà con ciò che vedono sui social – avverte – e questo può avere conseguenze gravi, soprattutto per i più fragili”.
Venturini riconosce il valore educativo dei dispositivi digitali, ma insiste sulla necessità di un quadro normativo che protegga i minori e favorisca un uso critico e consapevole. La proposta si inserisce in un movimento europeo in rapido sviluppo: in Francia lo smartphone è vietato a scuola fino ai 15 anni, in Finlandia entrerà in vigore un divieto totale da agosto 2025, mentre Danimarca, Austria e Spagna stanno introducendo limiti simili.
Entrambe le Regioni fanno riferimento alla petizione nazionale “Ogni tecnologia ha il suo tempo”, che chiede di fissare a 14 anni l’età minima per avere uno smartphone e a 16 quella per accedere ai social. Un’iniziativa già sostenuta da diverse amministrazioni regionali e da esperti del mondo della cultura e della psicologia.
Due voci politiche diverse, un messaggio comune: l’uso indiscriminato degli smartphone è una questione educativa, sanitaria e sociale. E lo Stato – è il messaggio – deve agire.