La guardia costiera di Fano, capitanata dal tenente di vascello Eliana Di Donato, ha sequestrato 1800 metri quadrati di litorale fanese. Interessate alcune spiagge della zona Arzilla e della Sassonia colpevoli, secondo i marittimi, di aver creato cumuli di sabbia e ghiaia (messi a protezione della spiaggia nel periodo invernale. ndr) in assenza di titoli autorizzativi e in spregio alle vigenti normative. Le indagini sono state svolte dagli uomini del Nucleo Polizia Marittima e difesa costiera che, una volta accertato l’illecito, su disposizione dell’Autorità giudiziaria di Pesaro hanno applicato un sequestro probatorio a cui i militari hanno dato esecuzione. “Nel dettaglio – scrive in una nota la capitaneria di porto – si tratta di un fenomeno di abuso ed illecito uso del demanio marittimo, da parte di soggetti privati, che con le dette realizzazioni, oltre a violare la disciplina sull’uso del pubblico demanio marittimo e del paesaggio, hanno impedito la libera fruizione del mare e della costa da parte della collettività”. La legge dispone infatti che “Il demanio marittimo è bene collettivo, di tutti e di ciascuno, miratamente tutelato dalla normativa paesaggistica e dal Codice della Navigazione”. Ogni intervento quindi necessita di essere specificatamente autorizzato dall’Ente preposto alla tutela ambientale, così come dall’Ente comunale gestore, per quanto tuttavia, nel caso di specie, le “dune“ appaiono tali, per estensione ed altezza, che difficilmente sembrano autorizzabili, nelle forma e dimensione attuali, arrivando a toccare, in un punto della località Arzilla, addirittura i 4 metri di altezza. Una vera e propria muraglia di sabbia. Dell’intervenuto sequestro, è stata data notizia all’Autorità comunale per la valutazione dell’eventuale sussistenza dei presupposti, per l’adozione di provvedimenti ripristinatori. Il Comandante Di Donato, nel sensibilizzare a porre attenzione sul rispetto delle normative poste a tutela del paesaggio e dell’ecosistema, assicura il prosieguo di una attenta attività di controllo e monitoraggio del territorio costiero, a tutela della collettività, dell’ambiente e quindi del superiore prioritario pubblico interesse, talvolta messo a dura prova da parte di chi ritiene di poter agire in spregio delle norme.