Fano (PU) – “Sono passati 9 mesi, non si vede l’ombra di un progetto e non sono state mantenute le promesse che il presidente Paolini informalmente ci aveva fatto, ovvero quelle di effettuare delle verifiche più approfondite”.
L’anno scolastico 2019/2020 gli studenti non se lo scorderanno certo facilmente, soprattutto quelli iscritti ai corsi di studio ospitati nell’ex Carducci che ad inizio settembre è stato dichiarato inagibile con conseguente trasferimento di intere classi in aule ricavate all’interno degli istituti Olivetti, Apolloni e Gandiglio.
A distanza appunto di 9 mesi da quel ormai fatidico 6 settembre e dopo aver costituto un comitato ai primi di novembre, i genitori dei quasi 1.300 studenti coinvolti alzano la voce contro la Provincia. I motivi sono diversi ma il più grave è quello che secondo gli stessi genitori e i professionisti ai quali è stata fatta visionare la perizia, la stessa risulta incompleta.
“Quando si fa una perizia per verificare la stabilità di un edificio – dicono i genitori – occorre valutare se ci siano o meno i progetti originari. Siccome nel caso dell’ex Carducci la risposta è ‘no’, la legge prevede che vadano fatti dei sondaggi per una quota almeno pari al 50% degli elementi strutturali, cosa che non è accaduta. La scuola ha circa 40 pilastri per piano quindi se ne sarebbero dovuti campionare almeno 20 a piano, cosa che non è stata fatta pertanto non capiamo come possa essere stata dichiarata inagibile. Per conoscere il reale stato di vulnerabilità, è necessario procedere con le prove statiche di carico il cui costo, al massimo, sarebbe di 40mila euro, una cifra ben inferiore ai circa 8-10 milioni ipotizzati per la demolizione e la costruzione ex novo della scuola”.
Secondo i genitori, queste osservazioni sono già state esposte al presidente della Provincia Paolini il quale, seppur in maniera informale, li aveva rassicurati sul fatto che avrebbe proceduto in tal senso cercando subito i fondi necessari e rimettendo quindi sul piatto la possibilità, qualora le ulteriori verifiche lo avrebbero concesso, di valutare la ristrutturazione dell’immobile e non la sua ricostruzione da zero.
“Da quel giorno di febbraio invece – tuonano i genitori – nessuno si è fatto più sentire e la colpa non può essere imputata al Covid, anzi si sarebbero potuti sfruttare questi mesi di stop forzato per mettere mano a progetti ed evitare di farsi ricogliere impreparati qualora uscissero dei bandi, come nel caso di Sisma120 che ha visto Urbino scavalcare Fano proprio perché per l’ex Carducci non c’erano progetti pronti”.
Perplessità mista a delusione rabbia quella dei genitori che accusano la Provincia di “aver preso decisioni con leggerezza. Ben vengano le verifiche – sottolinea un genitore – e anche l’eccesso di zelo quando si parla di sicurezza ma non è possibile non prevedere un piano B quando si fanno certe verifiche rimanendo in balia degli eventi”.
Tutte queste preoccupazioni saranno nuovamente portate all’attenzione del presidente Giuseppe Paolini e del sindaco di Fano Massimo Seri attraverso un documento formale nel quale il comitato chiederà risposte e tempi certi e il perché quelle ulteriori analisi richieste non sono mai state effettuate.
“E’ passato un intero anno scolastico – concludono i genitori -. A settembre a fronte di 9 quinte che lasciano ci saranno 12 nuove prime. In totale saranno
61 classi, di cui 13 all’Artistico e 48 al Classico-Linguistico-Scienze umane, migliaia di studenti ai quali va garantito il diritto all’istruzione che già quest’anno, per vari motivi, è stato frammentario”.
di Matteo Delvecchio