Fano (PU) – “Negli ultimi mesi, se parliamo di politiche sociali e di Ambito sociale 6, si sono giustapposte diverse questioni. Da una parte, stiamo assistendo ad un lavoro di tipo amministrativo finalizzato a risolvere una serie di problemi accumulatisi con la gestione precedente. Dall’altra, molte realtà associative, di volontariato e di advocacy del territorio sentono l’esigenza di tenere vivo un dialogo serrato con l’ambito perché siano garantite risposte quotidiane a bisogni sempre più impellenti”. Ad intervenire è il Forum del Terzo Settore della provincia di Pesaro e Urbino.
“Ed in ultimo, sia a livello istituzionale che più complessivamente a partire dalle forze sociali del territorio, sono stati organizzati dei primi momenti di approfondimento e di confronto sul rilancio dei servizi sociali nel territorio. Ne citiamo alcuni, perché ben rappresentano la voglia che c’è nella comunità locale di riprendere a ragionare insieme sul destino del welfare nella nostra città: la recente iniziativa promossa dall’assessorato alle politiche sociali del Comune di Fano, i seminari dell’associazione L’Alveare, i contributi del Distretto integrato di economia sociale – Marche Nord relativi agli Stati Generali, le significative sollecitazioni provenienti dal Forum del Terzo Settore e dalle organizzazioni sindacali”.
“Alla luce di quanto emerso negli incontri sopra citati e tenendo conto della volontà formale dell’Assessorato alle politiche sociali e dello stesso comune di Fano di sviluppare sempre più momenti di partecipazione e di confronto con la cittadinanza, crediamo debbano essere organizzati dei momenti di approfondimento sulla riorganizzazione dell’Ambito tra amministrazione pubblica, cittadinanza organizzata e altri attori della comunità locale”.
“Pertanto, il Forum del Terzo settore provinciale chiede all’Amministrazione Comunale di Fano – Ente capofila dell’ATS 6 nella figura del suo sindaco e dell’assessore alle politiche sociali:
– L’avvio di un percorso partecipato collegato alla gestione di questa fase del processo di riorganizzazione dell’ambito, nell’attesa che poi si vada a regime.
– Il percorso partecipato dovrebbe prevedere due livelli di interlocuzione e di confronto tra comune di Fano, eventuali altri comuni dell’Ambito, e i vari soggetti del territorio già citati. Ad un primo livello si tratta di organizzare dei momenti aperti di confronto con le varie espressioni della cittadinanza organizzata che servano a: condividere il percorso di massima, verificarne l’attuazione intermedia e finale, raccogliere orientamenti e suggerimenti specifici. Ad un secondo livello, potrebbe essere prevista l’attivazione di un gruppo di lavoro specialistico, con rappresentanti delle organizzazioni non profit del territorio e dell’amministrazione pubblica (con il suo Ufficio di piano) che permetta agli interlocutori istituzionali (Assessorato competente, dirigente, referenti degli altri comuni, funzionari, coordinatore pro-tempore, etc.) di dialogare con professionisti ed esperti territoriali rappresentanti una serie di reti di secondo e terzo livello (Forum del terzo settore, Distretto integrato di economia sociale – area Marche Nord, reti di associazioni, centrali cooperative, volontariato, associazionismo di tutela e di advocacy, etc.).
– In entrambi i casi, ci si impegna nella prima seduta aperta a definire una data di inizio del percorso, una di fine, i contenuti specifici ed i temi da affrontare insieme, le modalità di verbalizzazione, comunicazione e informazione aperte alla comunità locale e agli altri comuni dell’Ambito (relative sia allo sviluppo del percorso in sé che dell’Ambito più in generale), i metodi di lavoro e di definizione delle scelte operative e organizzative”.
“Il dialogo tra ente locale, Ufficio di Piano, attori della cittadinanza organizzata e del privato, reti di rappresentanza e di categoria sarà basato su un approccio consultivo, sulla logica del parere non vincolante ma obbligatorio da parte dei soggetti territoriali e privati”.