Fano (PU) – E’ stato uno dei primi enti di promozione sportiva a sospendere qualsiasi tipo di attività nonostante i decreti e le ordinanze non fossero ancora restrittive così come lo sono adesso.
Il Csi di Pesaro-Urbino (sede in Fano), attraverso il suo presidente Marco Pagnetti, torna a chiedere a tutti il massimo rispetto delle misure di contenimento del contagio di Covid19 emanate dal governo, mantenendo sempre un contatto diretto con i propri tesserati e le società affiliate.
“Quando decidemmo di sospendere tutto – afferma Pagnetti – qualcuno ci tacciò di essere esagerati. Non era così, eravamo, e siamo, solo preoccupati per la salute dei nostri ragazzi (e non solo) che giornalmente frequentano le nostre attività. Siamo contenti che lo sport a qualsiasi livello si sia fermato ed invitiamo ancora una volta tutte le persone che orbitano attorno alla nostra realtà a rimanere a casa il più possibile, il che non significa rinunciare all’attività fisica ma solo a modificarla in base alle situazioni. Per fare questo siamo disponibili attraverso i nostri allenatori e istruttori anche per dare consigli personalizzati su quali attività sia meglio fare restando in casa, basta contattarci attraverso i canali social o i numeri telefonici dei vari responsabili”.
La sospensione di ogni tipologia di attività però, così come per le attività commerciali, comporta inevitabilmente anche delle perdite economiche per quelle piccole società che magari con le quote dei corsi riuscivano a sostenere alcune spese base come le bollette e gli affitti. In quest’ottica è di ieri una comunicazione del Csi nazionale che fa intravedere per questi soggetti una luce in fondo al tunnel.
“Il presidente nazionale Vittorio Bosio – spiega Pagnetti – ha scritto una lettere al Presidente del Consiglio, on. Giuseppe Conte, al Ministro dello Sport, on. Vincenzo Spadafora, al presidente di Sport e Salute Spa, Avv. Vito Cozzoli ed al numero uno del Comitato Olimpico nazionale, Giovanni Malagò. Nella lettera il presidente sottolinea la necessità di sbloccare il 30% delle risorse già destinate dallo Stato alle Istituzioni sportive per mezzo della Sport e Salute Spa e ad oggi non ancora assegnate. ‘Senza poter contare sulla pienezza delle risorse – scrive Bosio – non è possibile immaginare azioni di emergenza che consentano alle Istituzioni sportive di fare fino in fondo la propria parte a sostegno delle associazioni e dello sport di base e sociale’. La situazione emergenziale – precisa Pagnetti – ha imposto, tra gli altri, uno stop degli impianti e delle attività aggregativo-sportive. Le conseguenze sono l’impossibilità delle associazioni e società sportive dilettantistiche di fare fronte agli impegni contrattuali in essere, ma anche su un numero enorme di operatori sportivi, che pur nel rispetto della normativa contrattuale, non hanno possibilità di accedere ad alcuna forma di tutela lavorativa. Il comitato pesarese del Csi è al fianco di quello nazionale per cercare di sensibilizzare lo stato al riconoscimento dell’azione sociale dello sport e la tutela economica degli operatori sportivi in questo periodo di fermo delle attività”.
Sulla base di questo il Csi Pesaro-Urbino è a disposizione di tutte le società sportive affiliate (121 nel 2018/2019) qualora ci siano richieste o particolari istanze da presentare al comitato nazionale in attesa che la situazione migliori e che si possa tornare a quello che il Centro Sportivo Italiano fa egregiamente da 75 anni, ovvero sport, attività sociale e aggregazione.