Fano (PU) – Smentiscono gli ultimi dati dell’Istat, secondo il quale i consumi sarebbero ripresi, i commercianti del centro storico che preferiscono invece parlare di “sopravvivenza”. Dalle macellerie ai venditori di frutta e verdura, dai negozianti di generi alimentari ai supermercati, la risposta è univoca: la crisi c’è e si fa ancora sentire.
La famiglia Mariotti della macelleria in piazza Andrea Costa, spiega: “I consumi negli ultimi tempi sono ridotti. La gente compra il minimo indispensabile, mentre un tempo sul cibo non indugiava. Sopravviviamo con ottimismo”.
“Parlare di ripresa è prematuro, magari si può parlare di situazione stabile – dice Marco Corsaletti, titolare del negozio ‘L’erba del vicino….’ -. Siamo in una situazione di sopravvivenza. E’ vero, le vendite non sono calate ma non c’è stato neanche un aumento. Rialzare i prezzi non avrebbe senso perché porterebbe a perdere la clientela fissa. Le tasse da pagare sono troppe e di quello che guadagno una buona fetta è impegnata nei pagamenti. Noi negozianti di piccole attività non siamo ascoltati, siamo poco incentivati. Io e mia moglie nel nostro piccolo tiriamo avanti”.
A sentirsi poco ascoltato è anche Bruno Maurenzi, del negozio di alimentari in corso Matteotti: “Riesco a vendere qualcosa solo ai miei clienti affezionati. La situazione rimane ferma e una delle possibili cause è proprio la mancanza di fanesi per il centro che, tralasciando il sabato mattina, non è più vivo come una volta”.
Poca affluenza anche per Miranda Guidi, del negozio di frutta e verdura in piazza Costanzi e il macellaio in viale Cavour, Claudio Talamelli. Per la prima “la gente spende pochissimo: la spesa più ricca è di 10 euro massimi al giorno. Lavoro qui da tantissimi anni e la differenza dei fatturati è tantissima. A rimanere, ora come ora, sono gli affezionati e le tasse. E in centro c’è sempre meno affluenza”. “E’ difficile vedere una ripresa economica – confessa il macellaio Talamelli -. E’ cambiata anche la spesa: i miei clienti fissi spendono dai 15 ai 20 euro a settimana, mentre in passato non guardavano al portafoglio”.
Lucia Bilancioni, di “Latticini Giuliana Snc” in corso Cavour, racconta: “Negli ultimi due anni ho visto un calo del 50% delle vendite e ora non vedo alcun tipo di ripresa: la gente non esce e non spende. Le uniche eccezioni sono date dai turisti e da chi sceglie dei formaggi particolari per delle occasioni. Bisogna armarsi di cordialità e disponibilità sperando per il meglio”.
Una leggera ripresa è stata riscontrata da Fabrizio Serafini, direttore del supermercato Coal di via Rainerio: “Da gennaio la situazione è stabile. La spesa media è di 15 euro al giorno. La gente continua a spendere poco, ma in questi primi mesi dell’anno le vendite sono di poco aumentate”.