Fano (PU) – Al Cubo di San Lazzaro, giovedì 25 giugno, ore 21.10 si presenta l’importante libro e progetto fotografico “Verde Cortina“.
La presentazione del libro di Matteo Tacconi e Ignacio Maria Coccia è in collaborazione con il Fotoclub Fano, nella sala Cubo di via San Lazzaro 6/D. L’opera narrativa-fotografica di Matteo Tacconi, giornalista de “Il Venerdì di Repubblica “ e “Il Foglio” , attento conoscitore dei paesi dell’Est Europa e del fotografo spagnolo Ignacio Maria Coccia dell’Agenzia Contrasto (una delle più importanti a livello internazionale) collaboratore di Financial Times, Le Monde, Sportweek, National Geographic, L’Espresso, IL e Io Donna.
Il progetto nato dopo una campagna di crowdfunding ha visto la diffusione grazie a Huffington Post e Radio Radicale. All’incontro saranno presenti gli autori che illustreranno il lavoro che ripercorre dopo 25 anni dalla caduta del Muro di Berlino un itinerario narrativo-fotografico sui luoghi dove si snodano per oltre 2000 km in i confini divenuti col tempo delle vere e proprie “CortineVerdi” in cui la natura sta prendendo il sopravvento ma dove si incontrano ancora echi della Storia.
IL PROGETTO
Premessa
Venticinque anni. Tanti ne sono passati dal crollo del Muro di Berlino. In questo arco di tempo è cambiato tutto. Non c’è più il comunismo, l’Europa si è allargata a Est, i divari economici tra i due polmoni comunitari vanno progressivamente riducendosi e i cittadini dei paesi membri, ormai 28, possono circolare liberamente sul territorio dell’Unione europea. Una rivoluzione, rispetto a quanto accadeva durante la Guerra fredda. Gli europei furono separati.Tutto così rimase fino al 1989, l’anno in cui scoppiò la rivoluzione «improvvisa» che pose fine al sistema del socialismo realizzato, garantendo le premesse per l’altra rivoluzione: quella «lunga» che s’è andata spalmando nel quarto di secolo appena trascorso.
Il percorso
Lubecca, Germania. Trieste, Italia. Sono il punto più a nord e quello più a sud della «cortina di ferro», il crinale che al tempo della Guerra fredda tagliava in due l’Europa, separando l’Ovest dall’Est.
Lungo questo tracciato, che si snoda per circa 2000 chilometri, sorgevano reticolati, dogane e torri d’avvistamento. C’erano gendarmi, armati, che sorvegliavano il confine. Oggi, a cavallo tra confini spazzati via dalla Storia (quello tra le due Germanie) e altri che resistono, ma sono divenuti aperti, c’è una spina dorsale di parchi, riserve e aree protette. Una «cortina verde».
L’origine di questa striscia ecologica risiede nel fatto che nel corso della Guerra fredda nessuno costruiva, lungo la frontiera. Né da una parte, né dall’altra. C’era una sorta di terra di nessuno, profonda qualche chilometro, che fungeva da cuscinetto psicologico tra paesi e sistemi rivali. È così che la natura, essendo la mano dell’uomo impegnata altrove, ha potuto prosperare, dando vita a uno dei più suggestivi paradossi dell’Europa: la nascita involontaria di un’oasi ecologica, sviluppatasi in anni di serrato confronto politico, sociale, economico, culturale e militare.
L’obiettivo
Seguire palmo a palmo la linea dell’ex cortina di ferro, ma tenere lo sguardo e il passo ancorati al presente. Non un racconto all’insegna del come era, ma una storia, fatta di tante storie di confine, che sappia narrare il come è. Costruire un itinerario, ricercando nei parchi naturali, nella vita di frontiera, nei rapporti tra le cittadini dell’una e dell’altra parte dei confini il senso dell’Europa.
Media partnership
Il progetto Verde cortina è stato diffuso da Huffington Post e Radio Radicale
Info: Facebook del Fotoclub Fano
e-mail : segretria@fotoclubfano.org