Fano (PU) – E’ alla prima esperienza in Consiglio comunale e forse è per questo che non riesce ad adeguarsi alle regole non scritte della politica. Alberto Bacchiocchi, consigliere Pd, non si nasconde dietro l’equilibrismo e la diplomazia, dice quello che pensa portando in superficie anche i mugugni che ogni tanto si verificano internamente al partito.
Bacchiocchi, partiamo dal tema del momento: il caso D’Agata. Cosa ne pensa?
“E’ un caso politico, stupisce il fatto che sia stata la maggioranza ad alimentarlo e non l’opposizione. Il problema, comunque, non è certo l’assunzione di questa persona, ma la lentezza con cui si sta arrivando alla fusione. Ancora non è stato individuato l’advisor e non viaggiamo spediti come dovremmo”.
Ma la fusione la volete tutti all’interno della maggioranza?
“Prima dell’approvazione dell’atto d’indirizzo qualche perplessità c’era. Ora penso che, per coerenza, nessuno si possa tirare indietro. Si deve arrivare all’azienda unica, se poi qualche privato intendesse entrarci con alcune quote non ci vedo nulla di male: arriverebbero risorse fresche all’amministrazione. Inoltre questo assetto faciliterebbe una struttura più snella in cui il malaffare verrebbe allontanato”.
Qualcuno ha chiesto le dimissioni di Minardi da presidente del Consiglio comunale. Lei cosa dice a riguardo?
“Se mi fossi trovato nei panni di Minardi, non avrei accettato l’incarico sin dall’inizio. Sapeva che si sarebbe candidato in Regione”.
Alla fine se Minardi dovesse essere eletto, ci sarà l’accordo con la Fulvi come si dice?
“Assolutamente no. Non esiste che la Fulvi venga ricompensata con quell’incarico perché si è ritirata dalla corsa per Ancona. Valuteremo insieme”.
Allora se la Fulvi non va bene qual è l’alternativa?
“Una figura giovane e competente: faccio il nome di Cristian Fanesi”.
Per quanto riguarda il dopo Marchegiani alla segreteria del Pd?
“Innanzitutto, ci deve essere un congresso vero. Secondo me Enrico Nicolelli e Silvano Franchini hanno le carte in regola”.
Tema su cui vuole un’inversione di marcia?
“Va rivista la posizione dei dirigenti pubblici: occorre prevedere un tetto per gli stipendi. Non è ammissibile che un dirigente prenda 5 volte un sindaco. E’ come se l’operaio percepisse una retribuzione maggiore rispetto al proprietario dell’azienda stessa. Inoltre, dovrebbe essere attuata anche la rotazione dei vertici della pubblica amministrazione. Molto spesso, abbiamo visto che proprio in questi ruoli si annida la corruzione, leggasi la posizione di Incalza nello scandalo Lupi”.
Giunta a 7, sì o no?
“Se servisse per accontentare qualche scontento no, se si allargasse per facilitare il lavoro in giunta sì. Capisco anche i cittadini che, in momento come questo, non sarebbero d’accordo a prescindere”.