Digitale e giornalismo tricolore: il calo dei lettori della carta stampata e i nuovi strumenti delle edicole online
- 9 Gennaio 2018
Alla fine dello scorso anno, il Censis pubblicava il “14° Rapporto sulla comunicazione”, un’indagine tesa ad esplorare il rapporto degli italiani con il mondo dell’informazione.
Dal report, emerge che la “dieta mediatica” dei cittadini tricolore prosegue nel processo di cambiamento che, negli ultimi anni, ha visto quotidiani e periodici, un tempo le fonti di notizie in assoluto più autorevoli, dover cedere il passo di fronte all’avanzata del web e, soprattutto, delle piattaforme social.
Oggi, gli italiani che dichiarano di informarsi regolarmente sfogliando le pagine di uno o più quotidiani ammontano appena al 14,2% della popolazione adulta. Questa percentuale, già di per sé molto bassa, si riduce ulteriormente se si considerano i giovanissimi (fino a 18 anni), per i quali il tasso crolla a meno del 6%.
Come scelgono di informarsi, dunque, gli italiani?
Per il 60,6% della popolazione, la televisione e i telegiornali rappresentano in assoluto il media più importante. A sorprendere, tuttavia, è il rapido trend di crescita dei social network e, in particolare, di Facebook, non più considerati solo strumenti di intrattenimento, ma veri e propri mezzi di informazione: secondo l’indagine del Censis, è ormai una quota pari al 35% degli italiani a scoprire gli eventi del giorno scorrendo i suggerimenti del celebre social.
Se da un lato la rete – e gli strumenti che permettono di essere connessi ad avere accesso a qualunque informazione in ogni momento della giornata – hanno il grande merito di aver reso ancora più accessibili notizie e conoscenze, dall’altro, la fruizione dei contenuti online, spesso distratta e superficiale, è anche alla base di nuovi inquietanti fenomeni, come la dilagante diffusione delle fake news (nelle quali quali sarebbe incappato almeno una volta 1 italiano su 2 lo scorso anno) e, più in generale, di informazioni inesatte e non verificate (ben 8,8 milioni di italiani, nel 2017, avrebbero seguito indicazioni mediche errate reperite online).
L’editoria tradizionale fatica a tenere il passo con un mercato sempre più in rapida evoluzione.
Il calo delle vendite dei quotidiani – che in soli 10 anni, dal 2005 al 2016, ha superato il 50% secondo dati ufficiali FIEG (Federazione Italiana Editori di Giornali) – ha causato anche una progressiva diminuzione dei guadagni derivanti dalle inserzioni pubblicitarie, mettendo a dura prova la sopravvivenza di molte realtà storiche e portandone altre al fallimento, come avvenuto con L’Unità all’inizio dello scorso anno.
Parte del problema risiede nel fatto che, mentre il numero dei lettori dei quotidiani cartacei calava in modo esponenziale, quello dei visitatori dei portali di news online cresceva molto più lentamente.
Sempre secondo il report Censis, in Italia la quota delle persone che si informano sfogliando gli articoli di una testata online ammonta appena al 10% del totale, una percentuale molto al di sotto della media europea.
La flessione delle vendite, negli ultimi anni, ha riguardato anche la versione digitale dell’edizione cartacea dei quotidiani, che pure, inizialmente, aveva vissuto un importante boom.
Una boccata di ossigeno sembrerebbe arrivare dalla crescente diffusione di un nuovo strumento di lavoro sempre più apprezzato da professionisti e società che operano nel mondo della comunicazione o, più in generale, che hanno la necessità di mettere regolarmente a disposizione dei propri dipendenti copie dei principali quotidiani italiani.
Le caratteristiche vincenti di un'”edicola on line digitale”, ovvero di un software per la gestione e la consultazione simultanea di giornali e riviste in formato PDF, sono la semplicità d’uso e la versatilità: una pratica interfaccia, accessibile sia da computer desktop che da smartphone o tablet, offre la possibilità di sfogliare l’edizione digitale dei quotidiani per i quali si è sottoscritto un abbonamento (o più di frequente una molteplicità di abbonamenti in digitale) in modo fluido, aggiungendo funzioni di ritaglio, salvataggio e stampa di porzioni di articolo, ma anche la possibilità di effettuare ricerche per parole chiave all’interno dei testi o quella di configurare avvisi automatici che segnalino la pubblicazione di notizie relative agli argomenti seguiti.
Il buon riscontro ottenuto dai nuovi sfogliatori online, che continuano ad arricchirsi di nuove funzionalità, lascia intravedere buone possibilità di crescita per gli abbonamenti alla versione digitale dei quotidiani, dal momento che la consultazione dei loro contenuti diventa davvero pratica, veloce e ancora più semplice rispetto a quella della carta stampata.
Parallelamente, anche in Italia sta lentamente crescente il numero delle testate online che scelgono di proporre contenuti di qualità sempre maggiore ai propri utenti, imponendo tuttavia la sottoscrizione di un abbonamento per l’accesso completo agli articoli.
Questa formula, che riprende un modello ormai adottato dal 75% dei quotidiani online negli Stati Uniti, rappresenta una delle possibili nuove vie del giornalismo, che si trova di fronte all’esigenza di adottare il linguaggio e i meccanismi dei nuovi media, senza svilire la qualità e il significato del servizio prestato.
Tra gli ultimi provvedimenti della passata legislatura, spiccano interessanti interventi a favore dell’editoria italiana. Con un decreto legge presentato alla fine dello scorso ottobre, veniva proposta l’attivazione di un credito d’imposta al 75% valido per tutte le spese sostenute dalle PMI in campagne pubblicitarie a mezzo stampa, sia tradizionale che online, una misura che nel corso del 2018 dovrebbe portare il fatturato del settore advertising a crescere a doppia cifra, dopo il tracollo registrato nel corso degli anni della crisi.