Roma – Un terremoto di magnitudo 7,9 ha colpito la Turchia orientale e il nord della Siria quando in Italia erano le 2:17 di notte. La scossa ha causato gravi crolli di tantissimi edifici, oltre 1.300 morti e migliaia di feriti, ma il bilancio è ancora provvisorio. La maggior parte dei decessi si è registrata a Kahramanmaras, la provincia epicentro del sisma, e in particolare nella città di Gaziantep. Il presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan, lo ha definito “il terremoto più forte dal 1939”. Quanto alla Siria, vittime soprattutto ad Hama, Aleppo e Latakia. Testimonianze raccolte da queste aree riferiscono di blackout delle telecomunicazioni e di scosse di assestamento ancora in corso. Alle 11.24 ora italiana una nuova scossa, di magnitudo 7,5, ha colpito la stessa zona. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha comunicato che al momento non risultano italiani coinvolti nel terremoto che ha devastato Turchia e Siria. Il titolare della Farnesina ha sentito il suo omologo turco e ha assicurato il sostegno dell’Italia.
Un secondo forte terremoto si è verificato in Turchia alle 11.24 ora italiana nel distretto di Elbistan, nella provincia di Kahramanmaras, circa 200 chilometri a nord da Gazientep, epicentro del primo di 7,9 che stamani ha devastato decine di città turche ma anche nel nord della vicina Siria. Secondo l’European-Mediterranean Seismological Centre questa nuova scossa ha fatto registrare una magnitudo di 7,6 gradi ma si tratterebbe di una valutazione preliminare. L’Ingv riporta una magnitudo di 7,5. Dopo il primo di quasi 12 ore fa, si erano continuate ad avvertire scosse di assestamento. La nuova scossa, come la prima, è stata avvertita fino in Siria.
“Non si è trattato di una scossa di assestamento, ma di un nuovo terremoto“. Così ha dichiarato Orhan Tatar, responsabile riduzione dei rischi sismici per l’Autorità nazionale per la gestione dei disastri e delle emergenze (Afad), rilanciato da fonti di stampa locali. Il nuovo sisma ha fatto crollare altri edifici, e si è resa necessaria anche la chiusura dell’aeroporto di Adana, a 200 chilometri ad ovest di Gazantiep.IL BILANCIO DEL TERREMOTO
Il bilancio del sisma di questa notte è quasi triplicato nel corso delle ore, con 1.200 vittime segnalate in totale dalle autorità dei due Paesi. Contando anche i bilanci giunti dalle aree non controllate dal regime siriano, i morti potrebbero superare i 1.300. Il presidente turco Racep Tayyip Erdogan ha detto che 912 persone hanno perso la vita, mentre i feriti sono 5.383 e che il bilancio potrebbe essere più alto, dal momento che i soccorsi proseguono. Oltre 2mila i civili già estratti dalle macerie. Il presidente Erdogan ha aggiunto che 45 Paesi si sono offerti di inviare aiuti, chiarendo che il sisma che ha colpito oggi la Turchia è il peggiore dopo quello del 1939, che provocò oltre 32mila vittime.
Gaziantep risulta per ora la città più colpita dal potente sisma, con numerosi edifici danneggiati o crollati e strade rese inagibili. È inoltre completamente crollato l’antico castello costruito dai romani nel terzo secolo. Stando alla stampa internazionale, molte strade e arterie circostanti l’epicentro del terremoto sono intasate in uscita dai veicoli di chi sta cercando di lasciare quelle zone.
Quanto alla Siria, l’agenzia di stato Sana ha riferito di 320 vittime e un migliaio di feriti nelle province di Hama, Aleppo, Latakia e Tartous, ma si tratta solo del bilancio relativo alle aree sotto il controllo del governo del presidente Bashar Al-Assad. Quanto a quelle controllate dai ribelli, come Idlib e Aleppo, si conterebbero almeno 221 vittime con 419 feriti, così come riportano gli White Helmets, un corpo volontario di soccorso formatosi negli anni della guerra che stamani si è immediatamente attivato, proclamando lo stato di emergenza.