Fano (PU) – “Se consideriamo l’incidenza finanziaria della Sanità sul bilancio della Regione Marche, possiamo tranquillamente dire che chi si candida ad amministrare tale ente, di fatto si candida a gestire prevalentemente la sanità regionale e poco più”. Ad intervenire è Giovanni Orciani, portavoce del Comitato Ospedale Unico.
“Alla luce di ciò – dice Orciani – ci saremmo aspettati che i dibattiti elettorali nella nostra provincia fossero incentrati soprattutto sulla sanità e in particolare sul progetto di realizzazione dell’ospedale unico provinciale Marche Nord, in fase gestionale ormai da troppi anni”.
“In realtà l’argomento ospedale unico Marche Nord non è mai stato oggetto di un vero confronto fra i candidati, sul tema abbiamo finora assistito solo a spot e slogan senza alcun contenuto pragmatico e soprattutto programmatico”.
“La posizione del nostro Comitato è molto chiara e netta sul punto, noi consideriamo assolutamente imprescindibile, per una sanità provinciale migliore, la realizzazione di una struttura unica, ed un punto di non ritorno lo sviluppo e l’evoluzione dell’azienda unica “Marche Nord”, ed è per questo che vorremmo sottoporre, a tutti i candidati al consiglio regionale, alcune domande, invitandoli a prendere una posizione chiara e definitiva.
1) ritiene che l’integrazione dell’azienda unica ‘Marche Nord’ sia stata una scelta opportuna e quali sono le sue idee per un progetto di sviluppo di tale azienda.
2) ritiene la realizzazione di una struttura ospedaliera unica nella provincia di Pesaro Urbino una priorità da cercare di perseguire in ogni modo.
3) se favorevole alla realizzazione dell’ospedale unico, ed in funzione di questo, quali sono le prime cose che programmerebbe, o chiederebbe di programmare, nei primi 100 giorni di governo.
4) qual è la sua idea per ottenere la copertura finanziaria di tale opera ovvero di come reperire i fondi necessari alla realizzazione della struttura unica.
5) come intende perseguire, e con quali misure, l’integrazione ospedale unico/territorio.
6) come pensa di poter ridurre la mobilità passiva regionale”.