Fano (PU) – “Chi ha paura non è libero” è il titolo del libro che il ministro dell’Interno Angelino Alfano, presenterà venerdì 1 aprile alle 18 nella Sala Verdi del Teatro della Fortuna durante un convegno promosso dall’associazione dal Centro Studi Economia e Territorio.
Alfano non si limiterà a parlare del suo lavoro editoriale ma affronterà il delicato tema del terrorismo anche per far capire quello che il governo sta facendo in tema di sicurezza. Un tema che si intreccia con lo sviluppo economico e la relativa nuova “globalizzazione” ed anche per questo motivo al convegno sono stati invitati relatori che potranno dare un contributo importante al dibattito. Ci sarà infatti il Rettore dell’Università di Urbino Vilberto Stocchi, l’Amministratore Delegato Ferretti Group Alberto Galassi, il vice presidente della Camera di Commercio di Pesaro e Urbino Amerigo Varotti, il consigliere Regionale di Area Popolare Mirco Carloni e il presidente del Centro Studi Economia e Territorio Jacopo Frattini.
Nelle pagine del libro il ministro Alfano ripercorre i fatti tragici che hanno coinvolto l’Europa tracciando, con accuratezza la “mappa del terrore”, spaziando dallo Stato islamico, all’attività dei nuclei di al-Qaeda, fino all’addestramento dei mujaheddin in Afghanistan e all’esplosiva ed annosa situazione di guerra permanente in Israele. A tutto questo si aggiungono dettagliate descrizioni dei personaggi principali, delle organizzazioni e dei concetti che alimentano la minaccia jihadista.
“Vogliamo entrare nel dettaglio degli ultimi fatti che hanno coinvolto tutto il mondo – dicono gli organizzatori del Centro Studio Economia e Territorio che questa mattina hanno presentato l’evento insieme al sindaco e al consigliere Carloni- tirandoci in ballo prima persona. Il tema del terrorismo ha subito una profonda rivoluzione sia nella forma sia nel modo in cui viene percepito. Abbiamo coinvolto figure di rilievo che sono in grado, in base ai rispettivi skill, di fornire una panoramica degna di una profonda riflessione. Senza dubbio l’insicurezza mina i punti di riferimento e le convinzioni che favoriscono le opportunità imprenditoriale e lo creazione di posti lavoro. Ma quanto incide la paura di investire? Quanta rilevanza ha il timore di uscire dai nostri confini nazionali? Di questo e molto altro sapranno rispondere i partecipanti stimolati in un dibattito in cui l’ovvio lascerà il posto ad una visione aderente alla reale percezione degli italiani sulla finestra mondiale”.