Fano (PU) – Stesso posto stesse finalità, ma in città diverse. Ristoritalia, in oltre 15 città italiane da nord a sud, ha organizzato per oggi un sit-in di protesta in contemporanea anche in altri stati a livello mondiale, per la crisi profonda che il settore della ristorazione stà attraversano. Come nelle altre località anche a Fano il luogo prescelto è un ponte. Un ponte come simbolo di passaggio tra passato e futuro, ovviamente migliore rispetto al periodo scorso.
In una trentina si sono ritrovati quindi su quello che a Fano collega le zone dell’intrattenimento serale, Lido e Sassonia. Ma al di là del simbolismo, non è che l’umore di cuochi, baristi e pasticceri di casa nostra sia dei migliori, come del resto in tutta Italia, chiudere alle 18 dicono non ha senso, qui vale a chiudere.
“L’ottanta percento del nostro lavoro avviene nella fascia serale – dicono i ristoratori – chiudere alle 18 ci toglie ogni possibilità di guadagno, non ce margine. “Abbiamo pagato tutto fino ad oggi – sottolinea Lorenzo Vedovi portavoce dell’associazione – anticipo delle tasse, tasse comunali, ogni bollettino possibile, ma se continua così a marzo non ci sarà più nessun posto dove andare a mangiare.
Altrettanto slomonico il pensiero di Giorgio Ricci, Presidente di Ristoritalia, “Se non ci concedono di fare almeno un turno serale siamo condannati all’estinzione. Non siamo come in Germania o Austria dove alle 18 chiude tutto e la gente si riversa nei locali, qui siamo mediterranei e da noi si lavora fino alle 20 – 20,30 dove vogliamo andare; – sottolinea Ricci – abbiamo preso tutte le precauzioni che ci hanno chiesto e nessuno si è positivizzato nei nostri locali, quindi chiediamo solo di poter lavorare”.