Fano (PU) – Un ritrovamento decisamente particolare quello fatto da Anita Paoloni, cittadina fanese, che sabato scorso si è imbattuta nei pressi della riva sul lungo mare tra Fano e Pesaro in un femore umano. “Ero in spiaggia con i miei figli quando abbiamo visto qualcosa che galleggiava vicino agli scogli situati a riva. Incuriosita dalla forma particolare, mi sono avvicinata per guardarlo meglio, fino a quando un ragazzo che passava di li è riuscito a tirarlo fuori dall’acqua e ha confermato l’idea che avevo in testa, ossia che quella cosa che stavamo guardando era proprio un osso umano”. Tesi che è stata poi confermata anche dalle autorità competenti. “Abbiamo subito chiamato la polizia – continua Anita Paoloni -, la quale ci ha messo in contatto con la capitaneria di Porto di Pesaro e poi con quella di Fano, che è venuta a recuperare l’osso, confermando la nostra ipotesi”. Il mistero si infittisce ulteriormente se si pensa che nel gennaio del 2017, più o meno nello stesso punto, era stato trovato un altro osso appartenente ad un corpo umano: un omero. La polizia dopo averlo analizzato tramite la scientifica, non era riuscita però a venirne a capo. Non è dato sapere se i due fatti siano o meno correlati, ma da una piccola indagine, fatta dalla fanese protagonista del ritrovamento del femore, si possono tirare le prime ipotesi. “Ho postato la foto su Reddit (social network di news e intrattenimento), dove ho trovato risposta da un bioarcheologo che mi detto: ‘le due parti hanno una colorazione simile, questo sta a significare che siano state in spiaggia per lo stesso periodo di tempo, ma nonostante tutto, nulla determina che appartengano alla stessa persona. L’omero sembra che abbia una patologia nella testa (la parte rigonfiata in basso a sinistra) che potrebbe aiutare ad identificare la persona alla quale apparteneva, se si trattasse di uno scomparso, aveva problemi alla spalla. A meno che non facciano l’esame del DNA, non si può dire con certezza che sia di una persona di sesso maschile, questo è basato su una sommaria valutazione delle ossa, di base è più lungo e più robusto della maggior parte degli omeri femminili, rapportandosi alla media della popolazione’”. Non resta che aspettare l’esito del test del DNA per capirne di più. L’osso in questione, preso in carico dalla Capitaneria di Porto fanese, diretta dal comandante Clara Iasella è ora all’obitorio, in attesa di tutte le analisi del caso.